Corsica On the Road: Un Viaggio in Van alla Scoperta dell’Isola di Beauté

Le festività natalizie sono spesso associate a cene in famiglia e serate accoglienti vicino al caminetto, ma cosa succede se si decide di rompere la tradizione e trascorrere il Natale on the road? In questo articolo, esploreremo la Corsica attraverso i nostri occhi di viaggiatori avventurosi che hanno deciso di visitare l’isola in un affascinante viaggio a bordo del nostro van.

L’avventura inizia come sempre con la preparazione del viaggio. Il van è carico di energia e un po’ di spirito natalizio (non troppo però eh :). Dopo aver preparato l’essenziale e mappa alla mano (sempre fedele alle mitiche guide Lonely Planet) ci avventuriamo per le strade corse, pronti a scoprire le bellezze dell’isola durante il Natale, in quella che viene considerata la bassa stagione. Dopo una prima notte trascorsa al porto di Livorno ci imbarchiamo con Corsica Ferries per le nostre 5 ore di traversata.

Il fascino della Corsica e le sue strade

La Corsica, conosciuta anche come l’Isola di Beauté, offre paesaggi mozzafiato che cambiano da montagne imponenti a spiagge sabbiose. Durante il Natale, l’isola si trasforma in un luogo magico e pressoché deserto, davvero wild, con alcune luci scintillanti e qualche mercatino natalizio che anima le piazze delle città principali. Bastia, Ajaccio e Bonifacio sono solo alcune delle tappe imperdibili visitate durante il nostro tour.

Il viaggio on the road in van prevede soprattutto in questo periodo la scelta di campeggiare sotto le stelle, godendo a pieno della bellezza naturale dell’isola. I campeggi infatti risultano essere tutti chiusi in dicembre, ma il paesaggio selvaggio ci ha offerto la possibilità di svegliarci con il suono delle onde del mare o con lo sfondo delle montagne verdi o imbiancate qua e là dalla neve. Non senza qualche piccolo problema o disturbatore locale che ha deciso di svegliarci nel cuore della notte… (è successo a Calvi), ma per fortuna si è rivelato solo un episodio isolato. Nonostante questo, possiamo affermare che l’isola è veramente un gioiello che offre paesaggi mozzafiato e strade pittoresche quasi sempre perfette, strade che serpeggiano tra montagne imponenti, villaggi affascinanti e coste mozzafiato, creando un’esperienza davvero unica nel suo genere.

Vista sul borgo di Calvi

Un esempio? La Route des Agriates con il profumo della Macchia Mediterranea. Partendo dalla costa occidentale, questa è una strada panoramica che attraversa la maquis, una tipica vegetazione fatta di cespugli profumati e alberi aromatici (mirto, eriche, rosmarino e altre piante che creano un panorama olfattivo unico). Questa strada offre una vista spettacolare sulla costa nord-occidentale dell’isola, con spiagge remote e acque cristalline che invitano a una sosta. Il territorio, conosciuto per la sua bellezza incontaminata e la natura selvaggia, permette di vivere un’esperienza autentica per chi desidera allontanarsi dai sentieri battuti e immergersi nella natura a 360°.

Il nome “Agriates” deriva proprio dall’attività agricola che un tempo caratterizzava questa zona. Oggi rimangono tracce di terrazzamenti e vecchie case in pietra che raccontano la storia di una comunità che ha prosperato un tempo in questo ambiente impegnativo.

Le strade dell’interno invece, come la D81, offrono un’esperienza unica tra le montagne. Attraversando villaggi incantevoli e paesaggi montani, questo percorso porta i viaggiatori in profondità nell’anima dell’isola. Lungo la strada, si possono ammirare canyon spettacolari e fiumi che solcano il terreno, offrendo scenari che sembrano dipinti dalla mano della natura.

Dirigendosi verso la costa nord-occidentale ci si imbatte poi nella Corniche de la Balagne, un percorso che offre viste mozzafiato sulle acque turchesi del Mar Mediterraneo. Questa strada costiera attraversa piccoli villaggi arroccati sulle colline e offre panorami spettacolari sulle baie sottostanti. Le curve sinuose rendono questo tratto una delizia per chi ama guidare lungo la costa. Per un’esperienza ancora più immersiva nella natura corsa, la D268 attraversa invece la regione montuosa della Castagniccia. Questa zona è famosa per i suoi boschi di castagni secolari e i villaggi di montagna che sembrano sospesi nel tempo. Lungo questa strada, è possibile esplorare antiche chiese, sentieri panoramici e gustare le specialità locali come ad esempio quelle a base di castagne (meglio in alta stagione quando tutto è regolarmente aperto).

Infine, dirigendosi verso il sud, la Strada della Corniche offre viste mozzafiato sul Golfo di Porto. Questa strada, inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, permette di ammirare le famose Calanche di Piana, formazioni rocciose rosse e bizzarre che si ergono verticali sopra il mare. Situati nella regione occidentale di Corsica, i Calanchi di Piana sono uno spettacolo naturale straordinario, una creazione artistica della natura incastonata tra il cielo azzurro e il mare. Le formazioni rappresentano un must-see per chiunque decida di esplorare l’Isola di Beauté.

Quali sono le loro origini? I Calanchi di Piana sono il risultato di millenni di erosione, scolpiti dall’azione del vento e dell’acqua sulla roccia calcarea. Rocce rosse e pilastri naturali creano un paesaggio surreale che sembra provenire da un mondo fantastico. Sentieri ben segnalati consentono ai visitatori di passeggiare attraverso le formazioni rocciose, offrendo opportunità fotografiche mozzafiato e permettendo loro di apprezzare da vicino l’imponenza di queste strutture.

La luce del sole che bacia le rocce dei Calanchi al tramonto o all’alba crea uno spettacolo di colori e sfumature che trasformano il paesaggio. Molti visitatori scelgono di pianificare la loro visita in modo da poter godere di questi momenti magici, quando il cielo si tinge di arancio e rosso, creando un’atmosfera davvero unica e indimenticabile. Per garantire la conservazione di questo tesoro naturale, ricordati che è importante rispettare le regole e le linee guida locali durante la visita. Evitare di deviare dai sentieri designati e di disturbare la flora e la fauna circostanti contribuisce a preservare l’integrità di questo sito eccezionale per le generazioni future.

Cap Corse: la Punta Settentrionale della Corsica

Nascosto tra le onde del Mar Tirreno e il Mar Ligure, Cap Corse è un gioiello naturale che adorna la punta settentrionale della Corsica. Questa penisola, chiamata anche “Isola nell’Isola” o “il dito della Corsica” (sembra infatti un dito che punta dritto verso Genova) offre un’esperienza unica, avvolgendo i visitatori nella sua bellezza selvaggia e autentica. Scopriamo cosa rende Cap Corse così straordinario.

L’area è celebre per i suoi panorami spettacolari che fondono il verde lussureggiante della macchia mediterranea con le acque cristalline del Mar Tirreno. Le scogliere a picco sul mare, le baie riparate e le spiagge isolate creano un quadro mozzafiato, che ci invita a esplorare la sua costa selvaggia. La costa e l’entroterra sono inoltre punteggiati da villaggi affascinanti che sembrano sospesi nel tempo, anche se purtroppo quasi tutti disabitati in dicembre. Nonostante la modernità abbia fatto breccia in alcune aree, molti di questi villaggi conservano il loro fascino autentico con stradine lastricate, case di pietra e piccole piazze dove il tempo sembra scorrere più lentamente.

Per coloro che amano esplorare a piedi, la zona offre una rete di sentieri di trekking che conducono attraverso paesaggi diversificati. Dai sentieri costieri con viste panoramiche, alle escursioni attraverso le montagne che svelano la ricchezza della flora locale, c’è qualcosa per tutti i tipi di appassionati di outdoor. Cap Corse è anche noto per la sua ricca tradizione gastronomica. I ristoranti locali offrono specialità a base di pesce fresco, formaggi locali, salumi e vini corsi, per vivere un’esperienza culinaria autentica e deliziosa. E per finire in bellezza, il giro termina alla spiaggia di Nonza, caratterizzata da ghiaia nera vulcanica, un luogo unico che cattura l’immaginazione dei visitatori. Le acque cristalline contrastano con la sabbia scura, creando uno scenario affascinante e memorabile.

La spiaggia nera di Nonza

Cap Corse è molto più di una destinazione turistica; è un viaggio attraverso la storia, la natura e la cultura, è un invito a esplorare, scoprire e apprezzare la straordinaria bellezza della punta settentrionale dell’isola.

Le falesie di Bonifacio

Puntando verso sud, situata all’estremità meridionale della Corsica, Bonifacio è una perla incastonata tra il cielo azzurro e le acque cristalline del mare. Ciò che rende questa città unica sono le sue maestose falesie, opere d’arte scolpite dalla natura nel corso di millenni, che offrono uno spettacolo visivo senza pari. Alte pareti di calcare si ergono verticali sul mare, creando un paesaggio impressionante. Le scogliere, con i loro colori che variano dal bianco al rosa, formano una cornice perfetta per il panorama marino circostante.

Bonifacio è costruita su una stretta lingua di terra e le sue abitazioni si arrampicano lungo le falesie, creando una visione pittoresca. La città stessa è un capolavoro architettonico, con le sue strade lastricate, le piazze affacciate sul mare e le case color pastello che si fondono armoniosamente con l’ambiente naturale circostante.

La migliore prospettiva per godere dello spettacolo delle falesie si ottiene però dal mare. Numerose escursioni in barca permettono ai visitatori di navigare lungo la costa e ammirare da vicino le pareti verticali e le grotte marine nascoste (in alta stagione). Per coloro che desiderano invece esplorare a terra, sentieri panoramicamente posizionati consentono di camminare lungo la sommità delle falesie stesse (ci siamo posizionati qui con il nostro van). Queste escursioni offrono viste spettacolari sulla città di Bonifacio, sulle isole circostanti e sulle acque cristalline sottostanti.

Il Sito Archeologico di Cauria: tracce del passato in Corsica

Sull’isola non abbiamo trovato solo mare o strade panoramiche, ma anche un sito archeologico molto interessante. Situato nella regione meridionale della Corsica, il sito archeologico di Cauria è un’affascinante finestra sul passato dell’isola, che offre l’opportunità di esplorare le antiche civiltà che hanno abitato questa terra. Con i suoi menhir, dolmen e tombe, Cauria racconta una storia millenaria che affascina gli amanti della storia e dell’archeologia.

Uno degli aspetti più distintivi di Cauria sono i suoi menhir, imponenti monoliti verticali eretti da popolazioni preistoriche. Questi menhir, alcuni dei quali raggiungono altezze notevoli, costituiscono una testimonianza della maestria tecnica e del significato culturale delle antiche civiltà corse. La statuaria preistorica presente nel sito, tra cui statue stele, aggiunge ulteriori dettagli alla narrazione del passato. Il Dolmen di Funtanaccia invece è uno dei siti più significativi dell’area. Questo dolmen, una struttura funeraria composta da grandi lastre di pietra, rivela il talento architettonico delle comunità preistoriche. Il sito fungeva probabilmente da sepoltura collettiva e offre uno sguardo affascinante sulla ritualità e le credenze di un tempo ormai lontano.

Il sito archeologico è situato in un contesto ambientale affascinante, circondato dalla maquis mediterranea e con vista sulla pianura circostante. Questo ambiente naturale conferisce al sito un’atmosfera unica, che ti trasporta indietro nel tempo per immergerti nella vita quotidiana delle civiltà che hanno plasmato questa regione. La visita è gratuita e disponibile 24/7. Il percorso è molto semplice, si tratta infatti di un sentiero ad anello percorribile a piedi in circa 30 minuti. Le strutture antiche, immerse in un ambiente naturale suggestivo, catturano l’immaginazione dei visitatori, portandoli indietro nel tempo e fornendo uno sguardo intimo sulla vita e le credenze delle civiltà preistoriche.

Torri Genovesi in Corsica?

Una serie di torri di avvistamento e difesa costruite dai Genovesi nel XVII e XVIII secolo lungo la costa dell’isola sono visibili in tutta la Corsica. Ne abbiamo avvistate parecchie! Queste torri facevano parte di un sistema di difesa costiera volto a proteggere l’isola da attacchi pirateschi e nemici. Durante il periodo della dominazione genovese, che durò dal 1284 al 1755, la Corsica fu esposta a minacce da parte di pirati barbareschi e di altre potenze marittime. Per affrontare queste minacce, i Genovesi costruirono un sistema di torri per monitorare il mare e segnalare eventuali pericoli.

Le torri erano costruite in posizioni strategiche lungo la costa e fornivano un sistema di comunicazione visiva, dove segnali di fumo o fuochi potevano essere utilizzati per avvertire altre torri o avvisare le comunità circostanti di possibili minacce.

Queste torri sono ora considerate un patrimonio storico e culturale importante per la Corsica. Molte di esse sono ancora in piedi e alcune sono aperte al pubblico come musei o siti turistici. Rappresentano un esempio tangibile della storia e della presenza genovese sull’isola. Impossibile non notarle…

L’assicurazione in viaggio

Il viaggio on the road in Corsica durante il Natale è stata per noi un’opportunità per vivere una vacanza indimenticabile, lontano dalle tradizioni convenzionali. Esplorare l’Isola di Beauté in un van ci ha inoltre permesso di scoprire la sua vera essenza e di immergerci in paesaggi incantevoli e avvolti dal calore delle festività. Se cerchi un modo unico per trascorrere il Natale, la Corsica potrebbe essere la destinazione perfetta per un’avventura in famiglia sulle quattro ruote!

Importante però è partire preparati. Viaggiare sempre coperti da un’assicurazione è una scelta saggia e responsabile che offre una serie di benefici e protezioni durante i viaggi, per questo abbiamo deciso di affidarci ad uno dei pacchetti offerto da Columbus Assicurazioni. Questo tipo di assicurazione fornisce una serie di vantaggi e protezioni che possono risultare fondamentali durante il tuo soggiorno, specialmente se stai viaggiando all’estero. Visita il sito per ricevere maggiori informazioni. Usando il codice BTG042 potrai usufruire di uno sconto sul tuo preventivo. #collab

Quali sono i prossimi viaggi in programma? Scoprilo qui.

Dalla Brianza alla Norvegia… in van!

Dove: Dalla Brianza su fino alla Norvegia 🇳🇴

Come: 3 settimane on the road attraverso l’Europa, in un van camperizzato.

Quando: Agosto 2022.

Budget: €€

Durata: 21 giorni.

Dalla Brianza alla Norvegia e ritorno. Il tutto in un van camperizzato. Questo è stato il super viaggio della nostra estate 2022!

Forse saprai che a gennaio 2022 abbiamo deciso di provare l’esperienza di un weekend in un van camperizzato (trovi l’articolo completo qui). Volevamo provare questa nuova modalità di viaggio e alla fine ci è piaciuta talmente tanto che abbiamo deciso di acquistare il nostro van personale! Così a inizio giugno lo abbiamo ritirato e abbiamo iniziato le nostre nuove avventure su 4 ruote.

Dopo qualche weekend di prova nei dintorni vicino casa era giunto il momento di testare il mezzo per un lungo viaggio che dalla Brianza ci avrebbe portato su fino in Norvegia. L’idea iniziale era quella di raggiungere il Circolo Polare Artico e da lì le bellissime isole Lofoten. Purtroppo non avevamo così tanto tempo a disposizione e abbiamo dovuto accorciare il nostro itinerario, che in ogni caso ci ha condotti fino a nord. L’emozione era alle stelle, sia per la destinazione finale che ci avrebbe permesso di attraversare alcuni paesi in Europa, sia per il mezzo inusuale con il quale abbiamo deciso di viaggiare.

Le domande prima della partenza erano tante, essendo noi totalmente inesperti di questo mondo: resisteremo per 3 settimane in uno spazio così piccolo? Ci piacerà attraversare diversi paesi su strada, per così tanto tempo? Troveremo posti dove dormire la notte? Quale sarà il nostro itinerario?

Ecco dunque tutte le risposte.

Serate norvegesi

Tappa #1: Svizzera

La prima tappa del nostro itinerario è stata ovviamente la vicina Svizzera 🇨🇭 Viaggiando con una bimba di poco più di un anno non potevamo infatti percorrere tanti kilometri senza fare una pausa, abbiamo quindi cercato di rispettare sempre i suoi tempi e di fermarci abbastanza spesso. La prima sosta in territorio elvetico è stata anche la nostra prima notte trascorsa in van. 🚐

Uno strumento per cercare delle aree in cui pernottare o fermarsi anche soltanto per una pausa è Park4Night, una delle app più utilizzate da tutti i camperisti. Avere a disposizione uno strumento immediato per la condivisione di luoghi simpatici dove riposare in camper, furgone e van, con migliaia di aree censite è stato certamente molto utile. Qui abbiamo trovato la nostra prima area sosta, che altro non era che una fattoria: i proprietari ci hanno infatti messo a disposizione una piazzola all’interno della loro proprietà dove parcheggiare il nostro van e pernottare in tutta tranquillità… e con una vista niente male direi!

Tappa #2: Liechtenstein

Lasciata la valle, ci siamo diretti verso un piccolo paese incastrato tra Baviera, Svizzera e Austria. Hai capito quale? Il Liechtenstein 🇱🇮 una monarchia ereditaria di tipo costituzionale fondata su principi democratici e parlamentari, una piccola e preziosa perla dell’Europa centrale, che si estende su una superficie di 160 km². Ha solo 34.600 abitanti ma è uno degli stati più ricchi del mondo!

Nel 1806 viene riconosciuta la sovranità al Principato, alla cui guida ancora oggi siede la Casa del Liechtenstein, una delle più antiche famiglie aristocratiche d’Europa. Dal 1989 il potere è affidato al principe Hans-Adam II.

https://www.tuttobaviera.it/liechtenstein/

Simbolo della capitale Vaduz è il trecentesco castello che domina dall’alto la città. Ha una storia di oltre 700 anni e dal 1938 è la residenza ufficiale del Principe. Non è possibile visitarlo, ma si può percorrere a piedi il sentiero che porta al portone d’ingresso, ammirando così lo splendido panorama della valle del Reno.

Vaduz, Liechtenstein

Tappa #3: Stoccarda

Dopo aver visitato la città di Vaduz, nella quale io e @divenirio eravamo già stati alcuni anni prima in moto, abbiamo ripreso la nostra strada alla volta della Germania 🇩🇪 La notte l’abbiamo passata qui, più precisamente fuori Stoccarda, in una fattoria trovata sempre nell’app Park4Night. Dopo alcune ore alla guida siamo riusciti ad arrivare nel tardo pomeriggio, in tempo per goderci un tramonto tra gli alberi da frutta e i campi della fattoria. È stata una bella esperienza per la piccola Alice, che ha potuto ammirare per la prima volta e da vicino alcuni animali: maialini, cavalli, pecore, mucche. Abbiamo avvistato anche alcuni scoiattoli…

La mattina seguente, esplicate le attività di carico acqua e scarico acque grigie, abbiamo ripreso la marcia. La Germania è lunghissima e può essere abbastanza noiosa da percorrere per cui non c’era tempo da perdere.

Tappa #4: Würzburg

Würzburg è una cittadina appartenente alla regione tedesca della Baviera. Si trova sul fiume Meno ed è perciò anche indicata per chi ama godersi la natura, la flora e la fauna del territorio. Dista 120 chilometri sia da Norimberga che da Francoforte, per questo motivo potrebbe essere una meta perfetta per chi vuole abbinare varie tappe all’interno di un tour della Germania. Quasi totalmente distrutta durante la seconda guerra mondiale e poi restaurata e ricostruita fedelmente, oggi è una prestigiosa sede universitaria e una città dinamica ricca di eventi internazionali.

La città è molto conosciuta per via della Strada romantica che la attraversa e che proprio qui termina il suo percorso. In passato siamo stati anche nella città di partenza della Romantische Straße, dove si trova un famoso castello, leggi qui.

Tappa #5: Amburgo

E finalmente siamo giunti in una delle città che più avevo voglia di visitare: Amburgo. La notte precedente il nostro arrivo l’abbiamo passata da qualche parte nei pressi di Hannover 😊 in prossimità di un parco, dove abbiamo trascorso una notte tranquilla in completa solitudine. Non abbiamo dedicato tempo alla cittadina in quanto avevamo voglia di arrivare ad Amburgo il prima possibile, in tempo per il pranzo e per dedicare qualche ora alla città.

Amburgo è stata da sempre soprannominata “La porta del mondo”, grazie all’importanza del suo porto sul fiume Elba, al centro dei traffici commerciali di tutta Europa e non solo. Il suo passato come membro della Lega Anseatica e il suo ruolo di centro commerciale internazionale le hanno portato grande prosperità, tanto che ancora oggi è una delle città più ricche della Germania. Il suo spirito marittimo si infonde ovunque: dall’architettura, ai menu dei ristoranti, fino al grido dei gabbiani si ha sempre la sensazione di essere vicino all’acqua.

Durante la seconda guerra mondiale la città è stata pesantemente distrutta dai bombardamenti, ma nel 1945 viene dichiarata città stato e questa sua indipendenza politica, economica e culturale ha permesso una veloce ricostruzione dei suoi storici quartieri. Oggi è ufficialmente denominata Freie-und Hansestadt Hamburg, ossia “città libera ed anseatica di Amburgo”.

Tra le chiese, il municipio e i quartieri costruiti con i tipici mattoni rossi, sicuramente merita una visita l’Elbphilharmonie. Inaugurata nel 2017, è una sala per concerti nel quartiere HafenCity sulla penisola di Grasbrook, una delle sale da concerto più grandi e acusticamente più avanzate del mondo, nonché uno degli edifici più iconici di Amburgo.

L’edificio, unico nel suo genere, è composto dalla base originale con facciata in mattoni, sede del magazzino Kaispeicher già dal 1966, e da una struttura che la sovrasta, con proprie fondamenta, dal caratteristico esterno in vetro e la linea ondeggiante della copertura. Assolutamente da vedere, l’edificio ha un totale di 26 piani e nel punto più alto misura 108 metri di altezza.

https://www.germania.info/germania-nord/amburgo/
Video by @CMajorEntertainment

Tappa #6: il mare del Nord

Ti ho già detto che la Germania è molto lunga? 🥲 Se hai voglia di guidare sicuramente la puoi attraversare anche in un giorno, ma i nostri tempi sono stati più lenti. Finalmente però anche noi stavamo per raggiungere la fine, ma dovevamo ancora fermarci una notte… Abbiamo così deciso di guidare fino a Neustadt, una cittadina balnerare affacciata sul Mar Baltico. Ci credi se ti dico che questa è una località marittima di punta per questa zona? Abbiamo infatti trovato posto solo in un’area camper attrezzata e solo dopo aver girato una bella ora in cerca di qualche soluzione… ed era l’ultimo parcheggio disponibile! Di solito evitiamo di andare in queste aree e preferiamo stare “in libera”, dove possibile, nella natura, ma qui non c’era alcuna possibilità di questo tipo.

E così siamo finiti in uno stretto parcheggio, a fianco di altri due van, tra una famiglia tedesca e una coppia di anziani svedesi… Ma c’erano le docce a disposizione con acqua calda e una bella spiaggia a pochi passi. Anche questa in fondo è vanlife!

Tappa #6: Danimarca e Copenaghen

Svegliati di prima mattina, ci siamo messi in marcia. Destinazione Danimarca 🇩🇰 e successivamente la città di Copenaghen. Per arrivare in terra danese abbiamo preso un traghetto per un breve tratto e senza rendercene conto siamo arrivati nel quarto paese di questo viaggio on the road. Ad essere sinceri però ti rendi subito conto di aver cambiato paese, la Danimarca è davvero piatta come una tavola! 😅

Primi passi in spiaggia per la piccola Alice!

Fermati per una pausa pranzo veloce in un parcheggio vicino la strada, ci siamo poi diretti verso quella che sarebbe stata la nostra area sosta per la notte, poco distante dalla capitale danese. Si trattava di un’area a pagamento, con pochi spazi dedicati ai camper/van, attrezzata con bagni e docce e ubicata in un grazioso porticciolo con una spiaggia niente male.

E poi finalmente siamo arrivati a Copenaghen! Ero così curiosa di rivederla, dopo anni dalla mia prima gita qui (pensa che ero alle scuole superiori). Le aspettative non mi hanno delusa: ho ritrovato una città dinamica, frizzante e senza dubbio interessante.

Tra i quartieri più affascinanti dove passeggiare c’è sicuramente il canale di Nyhavn, la zona del vecchio porto della città, da sempre rifugio di marinai e scrittori, compreso Andersen che qui abitò per circa venti anni. Porto commerciale, oggi “il Porto Nuovo” è l’area a più alta frequentazione turistica di Copenaghen. E poi c’è Christiania: nota anche come Città Libera di Christiania, è un quartiere parzialmente autogovernato della città danese.

Sempre colorata e perennemente controversa, Christiania è un luogo unico da visitare. Più che un quartiere, è uno stile di vita.

https://www.visitdenmark.it/danimarca/cosa-fare/attrazioni/christiania

Un mix di magazzini, baracche, case, murales colorati e sculture all’aperto. I turisti possono passeggiare per le sue strade liberi di fermarsi a mangiare e bere nei bar, ristoranti e caffetterie della zona. A Christiania puoi trovare musica dal vivo ed eventi all’aperto; nei mesi estivi puoi partecipare anche ai tour organizzati dai suoi abitanti.

Questa è sempre stata un’area controversa e discussa, anche per la questione dello spaccio di droghe leggere. La polizia ha dichiarato di non avere libero accesso, cosa che può creare noie ad alcuni visitatori. Per quanto riguarda la nostra esperienza, non abbiamo riscontrato problemi di alcun tipo.

Tappa #7: Svezia

Terminata la visita alla città di Copenaghen ci siamo diretti verso il ponte di Øresund, che ci avrebbe permesso di arrivare direttamente in Svezia 🇸🇪, via terra. Øresund è il nome dello stretto che separa l’isola danese di Sjælland, dove sorge Copenaghen, e l’estremo sud della Svezia, la contea di Skåne (Scania) dove si trova la città di Malmö.

Nei primi anni Novanta del secolo scorso questo braccio d’acqua è diventato lo scenario di una delle imprese di ingegneria più spettacolari e influenti realizzate in Europa, che avrebbe cambiato la vita quotidiana di due importanti città e dell’intera regione attorno allo stretto, permettendo ogni giorno a migliaia di persone di andare a lavorare, ma anche fare shopping e divertirsi oltreconfine.

https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/ponte-di-oresund-danimarca-svezia/amp/

Il 1° luglio del 2000 è stato inaugurato sullo stretto un mega collegamento ferroviario e stradale sul mare di 16 km, il più lungo d’Europa, costato 4 miliardi di euro: costruito in soli 5 anni, l’Øresundsbron non è soltanto un ponte, ma la combinazione di un ponte, un tunnel e un’isola.

Il ponte vero e proprio parte in territorio svedese e si estende fino all’isola artificiale di Peberholm, lunga 4 km, costruita appositamente in mezzo allo stretto per rendere possibile il collegamento. Da qui il ponte esterno diventa un tunnel sottomarino, che riemerge vicino all’aeroporto Kastrup di Copenaghen, sull’isola di Amager.

Credits: https://siviaggia.it

Sull’isola artificiale di Peberholm il ponte si inabissa: la parte sommersa del ponte di Oresund è Drogden, il tunnel sottomarino più lungo d’Europa, in cui l’autostrada e la ferrovia si affiancano e corrono parallele sotto al mare. Il tunnel è infatti costituito da 5 gallerie, 2 per il passaggio delle auto, 2 per i treni, 1 per le uscite d’emergenza.

https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/ponte-di-oresund-danimarca-svezia/amp/

Per i turisti che vogliono andare da Copenaghen a Malmö, o viceversa, attraversare il ponte-tunnel in auto costa 55 euro (110 andata e ritorno). Noi abbiamo deciso di percorrerlo verso la Svezia e una volta varcato il confine e percorso ancora qualche kilometro ci siamo fermati in un parcheggio sul mare per trascorrere la notte, per entrare poi finalmente in Norvegia il giorno successivo.

Tappa #8: Norvegia

E senza nemmeno accorgersene, valicato un ponte, siamo finalmente arrivati in Norvegia 🇳🇴 Quasi stentavo a crederci, eravamo arrivati fin quassù con il nostro van! Devo ammettere che ero veramente contenta e emozionata, pronta per esplorare questa terra a noi sconosciuta. La nostra prima destinazione sarebbe stata la città di Oslo alla quale avremmo dedicato una intera giornata. Per farlo però avremmo dovuto prima cercare uno spot dove passare la nostra prima notte norvegese e quale migliore location se non un fiordo?

Ci siamo così affiati ancora una volta a Park4Night dove abbiamo trovato un parcheggio su un piccolo fiordo, dove ammirare il tramonto e la calma delle acque del mare. Da lì a poco sarebbe iniziata la nostra avventura alla scoperta della Norvegia, dopo poco più di 2.000 km di strada. Ti racconterò tutti i dettagli, ma questa è un’altra storia… 😉

Il ritorno a casa

Per trascorrere più giorni possibili in Norvegia (ne abbiamo contati 12) abbiamo dovuto accelerare il ritorno, guidando spesso anche la sera e prendendo un traghetto che dal nord ci avrebbe portati direttamente in suolo danese (evitando così di tornare ad Oslo e da lì scendere nuovamente verso la Svezia). Lungo il tragitto verso casa tre sono state le tappe degne di nota, che mi sento di consigliare: le dune di sabbia e il faro abbandonato di Rubjerg Knude in Danimarca, la vicina Lego House e i vigneti a Durbach, in Germania.

Il faro abbandonato di Rubjerg Knude si affaccia sul Mare del Nord, vicino all’abitato di Lønstrup, nella regione dello Jutland settentrionale. Fu acceso per la prima volta alla fine del 1900: al momento della sua costruzione le dune di sabbia si trovavano solo nel territorio circostante ed il faro sorgeva sulla roccia a circa 200 metri dal limitare di una scogliera a picco sul mare. Già 10 anni dopo la sua costruzione però il vento iniziò a spostare una grossa duna in direzione del faro e tutti gli sforzi fatti per contrastarne l’avanzata furono vani. Negli anni ‘50 la duna era già così alta da coprirne il suono e nel 1968 il faro fu definitivamente abbandonato.

Oltre a tutto ciò, nell’autunno del 2019 questo faro rischiava di essere inghiottito anche dal mare. Fortunatamente, un abitante del posto è riuscito a farlo spostare per 70 metri nell’entroterra grazie a speciali rotaie, prolungandone così la vita, oltre alla possibilità di andarlo a vedere di persona. Chi l’avrebbe mai detto di trovare tutto questo in un deserto in Danimarca? Vale la pena fermarsi e dare un’occhiata.

Poco distante dalle dune si trova la città di Billund, sede della Lego House. La storia di Lego inizia infatti qui, in Danimarca, nel 1916 per opera di un falegname, Ole Kirk Kristiansens. Il nome dell’azienda venne ideato nel 1934 e deriva dall’unione di leg godt che in danese significa “gioca bene”.

La Casa dei mattoncini più famosa del mondo è divisa in quattro zone colorate ed esperienziali, dove ogni percorso rappresenta un aspetto dell’apprendimento dei bambini: il rosso per la creatività, il blu per lo sviluppo cognitivo, il verde per la socialità e il giallo per la sfera emotiva.

L’ingresso alla Lego House prevede la prenotazione obbligatoria, quando si acquistano i biglietti online è necessario decidere il giorno e l’orario della visita. La struttura è dotata anche di un ristorante/bar e ovviamente di uno shop dove è impossibile non acquistare qualcosa 😊 Presta però molta attenzione al cambio e calcola se effettivamente conviene fare shopping qui oppure se costa meno in Italia. Noi ad esempio abbiamo trovato una’offerta più vantaggiosa – per quello che ci interessava – nel negozio sulla nave del ritorno!

E per finire in bellezza, abbiamo trascorso una piacevole serata nel piccolo paese di Durbach, in Germania, un comune tedesco di 3.915 abitanti, situato nel land del BadenWürttemberg. Abbiamo trovato posto all’interno di un’area sosta molto carina, attrezzata con bagni e carico/scarico e posizionata tra le colline e le vigne. Interessante la presenta di una vending machine dedicata esclusivamente al vino dove poter acquistare qualche bottiglia proveniente dalle cantine locali.

Consigli: ho scoperto con piacere la possibilità di pernottare con il proprio mezzo all’interno delle fattorie. Soprattutto all’estero, si tratta di una pratica molto diffusa, che ti permette di trascorrere una notte in tranquillità ma allo stesso tempo a contatto con la natura. E perché no, conoscere anche una realtà locale. Vale la pena provare!

Come prenotare: Park4Night.

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Budget: €€

Durata: 7 giorni.

L’isola di Corfù non è per nulla una Grecia come le altre. Non propone le tipiche casette bianche o le chiese con le cupole blu. Niente di tutto questo. A renderla unica nel panorama delle isole greche è il suo profondo legame con l’Italia, dovuto in parte alla vicinanza geografica e in parte alla dominazione veneziana, che ha lasciato tracce evidenti nell’architettura.

Fa parte delle isole Ionie, un arcipelago composto da 7 isole maggiori, più altre isole e isolotti disabitati. Le isole Ionie sono situate a est della Grecia continentale; nel caso di Corfù, una parte della costa ovest si affaccia sull’Albania. L’isola verde – così viene anche definita – con le sue splendide spiagge è stata una popolare meta turistica sin dalla fine degli anni ’40 e molte delle case reali europee hanno scelto di trascorrere proprio qui le loro estati nel corso negli anni.

Girovagando per Corfù

Ma come è nata la nostra curiosità di visitare Corfù? Inizialmente (e come sempre oserei dire ☺️) i nostri piani erano diversi. Per concludere in bellezza questo mio anno di maternità avevo infatti deciso io la meta, ovvero la regione dell’Algarve, a sud del Portogallo. Successivamente abbiamo però cambiato idea e abbiamo optato per organizzare una settimana in van, nel sud della Francia, fino allo stato di Andorra (se non lo hai ancora fatto leggi del nostro primo weekend in van).

Alla fine il van lo abbiamo acquistato, ma non sarebbe certo arrivato in tempo (questa è un’altra storia, stay tuned!)… non potevamo allora perdere l’occasione di fare un volo con la piccola Alice prima di dedicarci alle avventure con il nostro nuovo mezzo su ruote. Ecco quindi come siamo finiti in Grecia.

Cosa visitare a Corfù in 6 giorni

Partiamo dal nostro alloggio: una casa con vista trovata su Airbnb… e che vista! Molti tornanti per arrivarci, ma il panorama li valeva tutti. Senza contare la modernità e la pulizia dell’appartamento. Un piccolo angolo di paradiso, che poi è il nome della casa all’interno dell’app. La trovi qui. Assolutamente consigliata!

Avendo poi a disposizione un’intera settimana, ecco quello che abbiamo visitato.

Kerkyra

I Bizantini, i Veneziani, i Francesi e gli Inglesi hanno governato su Corfù. Il risultato è una storia unica che continua a vivere attraverso tutte le chiese, i palazzi, le piazze e l’architettura degli edifici situati tra le due fortezze veneziane della Città Vecchia.

https://www.discovergreece.com/it/experiences/exploring-atmospheric-old-town-corfu

Il risultato è un patrimonio culturale e artistico che si fa sentire ancora oggi. Non solo nei caffè, nelle taverne e nei bistrot alla moda, o lungo le stradine pedonali chiamate cantounia, ma anche nell’arte e nella musica per cui Corfù – o Kerkyra come viene chiamata in greco – è famosa. L’intera Città Vecchia è patrimonio dell’umanità dell’ UNESCO e la sua autenticità e il suo romanticismo valgono decisamente la visita. Il quartiere principale si chiama Campiello: qui è possibile percorrere stradine lastricate in marmo, scendere o salire eleganti scalinate per arrivare a vedere il panorama attraverso affascinanti terrazze sul mare.

Fermati in uno dei bar/ristoranti che si trovano lungo il porticato detto Liston, vicino alla bellissima piazza Spianada: eretto in epoca napoleonica, probabilmente ti accorgerai subito della somiglianza con Rue de Rivoli a Parigi. Si narra si chiami Liston perché alle porte della città ci fosse una lista delle persone che potessero o meno passeggiare lungo il viale.

Da non perdere poi una visita all’antico Palazzo di San Michele e San Giorgio, in stile neo-classico inglese e oggi adibito a Museo dell’Arte Asiatica, e una passeggiata sui bastioni della Fortezza Vecchia, una cittadella fortificata situata su un promontorio roccioso a picco sul mare. Si tratta di una fortezza veneziana che ricopre il promontorio che inizialmente conteneva la città vecchia di Corfù, emersa in epoca bizantina. E per finire, la Fortezza Nuova, costruita dai veneziani nel XVI secolo, come simboleggia il Leone di San Marco sulla sua porta d’accesso, che è oggi sede di mostre ed eventi e da cui si può godere una splendida vista sulla città, sul porto e sulla costa.

La Fortezza Vecchia

Canal d’amour

Una delle tappe più gettonate dell’isola è senza dubbio il Canal d’Amour. Siamo a nord di Corfù, nello specifico a Sidari, una delle località turistiche più importanti e una delle spiagge più belle. La sua fama nasce dalla sua bellezza e dalle sue caratteristiche geologiche e naturali che regalano allo sguardo del visitatore un paesaggio unico. Il Canal d’amour è infatti la principale di una serie di insenature rocciose che terminano con piccole spiagge di sabbia generate dall’erosione del mare e del vento.

In quest’area le scogliere sono fatte di materiale molto friabile (tipicamente roccia arenaria) e il movimento del mare genera una forte erosione.
Secolo dopo secolo, questa azione ha creato delle insenature sinuose, rotonde, con pareti basse ma verticali e caratterizzate da una colorazione unica.

Le pareti del Canal d’amour sono striate di colorazioni che vanno dal giallo e all’arancione. Queste strisce orizzontali sono la testimonianza della sedimentazione delle rocce e ogni colore indica un’epoca diversa di deposito. È un po’ come un libro di storia a cielo aperto della geologia di questa regione e dell’isola di Corfù.

Parlando di questo luogo però non si può fare a meno di citare la leggenda che lo riguarda e che alimenta il suo fascino. Si narra, infatti, che le coppie che nuotino insieme per tutto il canale, fino alla fine dei promontori, vedranno realizzati i loro sogni d’amore… 🧡

Paleokastritsa

Paleokastritsa, o Palaiokastritsa, è uno dei luoghi più incantevoli dell’isola, dove natura incontaminata e mare cristallino si fondono dando vita a quello che gli stessi corfioti definiscono “il posto più bello del mondo”. A rendere questo luogo ancora più romantico, l’incontro mitologico tra Ulisse e Nausicaa che avvenne proprio su una delle spiagge di Paleokastritsa, come è raccontato da Omero nella sua Odissea.

Situata sulla costa occidentale e affacciata sul Mar Ionio, Paleokastritsa è una baia frastagliata e rocciosa, un contesto scenografico unico al mondo che la rende la località più celebre di Corfù e la più amata dai turisti, perché offre ben cinque baie e sei insenature di sabbia o roccia. Si tratta di un luogo adatto a tutti, sia a famiglie con bambini in cerca di spiagge sabbiose, comode e attrezzate, sia ai giovani più avventurosi, che si dirigono verso le coste rocciose, dove si possono praticare anche snorkeling e immersioni. L’aspetto più interessante è che, nel corso della giornata di mare, ci si può spostare facilmente da una spiaggia all’altra, viaggiando a bordo delle taxi-boat che partono dal porto e conducono alla scoperta delle mete più nascoste.

Paleokastritsa è anche un pittoresco villaggio dove si può passeggiare e trovare ristoro in alcune taverne tipiche dove assaggiare le pietanze locali. Si può anche visitare gratuitamente un monastero situato su un promontorio a picco sul mare.

Monastero di Vlachérna

Il Monastero di Vlachérna è un simbolo dell’isola di Corfù e una delle attrazioni più fotografate, specialmente al tramonto, quando si possono catturare dei colori e delle sfumature davvero spettacolari. Questa chiesetta bianca, caratterizzata dal tipico campanile dei luoghi di culto ortodossi, è situata nella penisola di Kanoni, a circa 4 km dalla città vecchia di Corfù.

Vlachérna

Si trova su un isolotto collegato alla terraferma da un ponte pedonale, poco distante dalla pista dell’aeroporto (è infatti il primo luogo che si scorge dall’aereo durante l’atterraggio). Costruito nel XVIII secolo, si può raggiungere facilmente anche a piedi in un’ora di passeggiata dalla città.

Timoni Beach

La spiaggia di Porto Timoni si trova nella costa nord ovest dell’Isola di Corfù dalla parte esattamente opposta di Corfu Town. La spiaggia può essere raggiunta in due modi:
1) dopo aver lasciato l’auto alla taverna Anemos (ad Afionas), si prosegue a piedi attraverso un sentiero, per circa 30 minuti. Il sentiero è a tratti scosceso, in prevalenza sabbioso e misto sassi, ed è abbastanza impegnativo… ma la fatica sarà ripagata: uno splendido panorama si staglierà difronte agli occhi, prima della discesa alla spiaggia;
2) con un taxi boat con accesso immediato alla spiaggia: è sufficiente arrivare fino ad Agios Georgios e dirigersi verso il Boat For Hire che si trova quasi sotto gli scogli della spiaggia. Durata della tratta circa 3 minuti, quindi fattibilissima anche da chi non ama molto darsi alla navigazione.

Noi invece abbiamo deciso di arrivarci così 😜👇🏻

Da notare che la spiaggia non è attrezzata nè con lettini, nè ombrelloni, nè punti di ristoro, dunque non dimenticare tutto il necessario per trascorrere qualche ora sotto il sole . E se sei una persona particolarmente romantica, ti consiglio di andarci al tramonto, quando tutto il panorama si colora di colori fantastici!

Lago Korission

Sito ideale per il birdwatching, questo vasto specchio d’acqua salata ospita oltre 120 specie di uccelli, tra cui splendidi aironi bianchi e anatre selvatiche. Completano il team cormorani, fenicotteri e anche migliaia di farfalle. Il Lago Korission ha una forma allungata e si estende per oltre 600 ettari. Viene separato dal mare da una sottile striscia di terra orlata dalla lunga distesa di sabbia dorata della spiaggia di Halikoúnas, spesso ventosa.

Circondata da cedri e ginepri, Halikoúnas è una spiaggia davvero selvaggia che offre un angolo di relax in mezzo al verde. Inoltre è perfetta per i piccoli, grazie ai fondali bassi che permettono di nuotare in sicurezza.

Video by @ simianproduction
Una spiaggia davvero wild

Poco distante abbiamo trovato una taverna a conduzione famigliare, molto caratteristica e con una splendida vista a picco sul mare. Consigliata una pausa qui prima di riprendere il cammino!

Angelokastro

L’isola di Corfù è ricca di luoghi affascinanti che la rendono la meta ideale per chi ama scoprire la storia dell’antica Grecia e dei suoi panorami mozzafiato. Un esempio è la fortezza di Angelokastro, detta anche Castello dell’Angelo, incastonata tra fiordi verdeggianti e ripide scogliere avvolte dal mare blu cobalto.

Si tratta di uno dei castelli bizantini più importanti della Grecia, situato a nord-ovest di Corfù, sulla cima di una scogliera a picco sul mare, a 305 metri di quota e a breve distanza dalla baia di Paleokastritsas.

L’ingresso principale dell’edificio è sul lato settentrionale, protetto da una torre circolare tuttora visibile, mentre è inaccessibile dagli altri tre lati dove le pareti rocciose si gettano a strapiombo nel mare, creando uno scenario spettacolare. La merlatura delle mura invece sopravvive solo sul lato settentrionale.

L’acropoli occupa l’area più alta e sul lato meridionale presenta una chiesa dedicata all’Arcangelo Michele risalente al 1784, posta sul sito di una preesistente basilica paleocristiana a tre navate.

Capo Dastris

Cape Drastis si trova nella parte settentrionale di Corfù, nel villaggio di Perulades. Ci sono cartelli che indicano la strada non appena si raggiunge la piazza principale del villaggio: una volta arrivati alla fine della strada c’è un piccolo spazio per lasciare l’auto. Pochi passi a piedi e si scende verso un punto panoramico dove la vista è davvero mozzafiato!

Ciò che la rende speciale è la forma delle scogliere, ovvero strane formazioni argillose di colore bianco sporco, con minuscole grotte marine e alcune strisce sabbiose tra di loro; l’insieme degli elementi ricorda quasi una testa di tartaruga, con a fianco alcune tartarughe più piccole che nuotano vicino. 🐢

Capo Dastris può essere visitato anche in barca quando il mare è calmo. Presenta alcune spiagge sabbiose, ma il vento spesso forte non lo rende un luogo adatto ai bambini.

Lefkimmi

E’ uno dei paesi più grandi dell’isola di Corfù con i suoi 5000 abitanti. Ciò nonostante, Lefkimmi è un paese che non si è sviluppato molto turisticamente, ma mantiene la sua struttura ed è abitato dai Corfioti durante tutto l’anno.

Gli edifici sono vecchi e non tenuti molto bene quindi l’impatto può risultare sgradevole, ma sicuramente non commerciale come le tante località dell’isola che ospitano i turisti. È un luogo rimasto legato agli usi e costumi locali e per questo motivo si vedono spesso donne in groppa agli asini o sull’uscio di casa che parlano con le vicine, anziani al bar del paese che bevono un caffè chiacchierando con gli altri abitanti e uomini nei campi.

C’è inoltre un piccolo canale che passa nel centro del paese dove trovano ormeggio le vecchie barche dei pescatori, mentre camminando per circa 2 chilometri si arriva ad una spiaggia.

Lefkimmi e il suo canale

Consigli: sicuramente visitare l’isola durante la Pasqua ortodossa ha un fascino tutto particolare! Se come noi capiterai da queste parti in occasione di queste festività il mio consiglio è quello di recarti nella città vecchia e di goderti lo spettacolo in una delle piazze. Occhi un su verso i balconi e ricordati di portare con te qualche piccola (o grossa!) anfora rossa… Non ti svelo altro.

Il mio consiglio è anche quello di noleggiare un’auto e di girare in autonomia tutta l’isola. Questo ti permetterà di raggiungere anche i luoghi più remoti o “scomodi” (ma bellissimi) non raggiungibili con i gli autobus locali.

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Gita al Castello di Predjama e alle Grotte di Postumia

Dove: Predjama e Postumia, Slovenia 🇸🇮

Come: Weekend in famiglia.

Quando: Marzo 2022.

Budget:

Durata: 3 giorni.

Qualche settimana fa mi sono trovata per caso a leggere un articolo su un misterioso castello sloveno 🇸🇮 costruito dentro una roccia… mi sembrava di esserci già stata anche se non ricordavo quando. Andando poi a rovistare tra i ricordi di viaggio ho capito: io e divenirio siamo andati a visitare le Grotte di Postumia qualche anno fa (era il 2015) e lì avevamo valutato la possibilità di visitare anche il castello. Ma i tempi erano stretti (stavamo tornando in Italia dopo un weekend trascorso a Lubiana) e avevamo rinunciato.

La nostra gita a Postumia nel 2015

E così eccoci qui dopo 7 anni ad organizzare un weekend in Slovenia. Missione: visitare il Castello di Predjama. Innanzitutto è bene specificare che il castello rientra a far parte del Parco delle Grotte di Postumia:

A pochi chilometri dalle Grotte di Postumia, il mondo carsico offre un’esperienza indimenticabile nel mondo incantato dei cavalieri. Su una parete verticale di 123 m, da 800 anni è incastonato l’inespugnabile miracolo medievale. Dietro al Castello di grotta più grande al mondo si nasconde una rete di gallerie segrete, che il cavaliere Erasmo di Predjama attraversava per eseguire i suoi saccheggi.

https://www.postojnska-jama.eu/it/castello-di-predjama/

Il parco, in tutta la sua bellezza e magnificenza, offre un’esperienza davvero unica, resa ancora più completa se deciderai di visitare anche le altre attrazioni e le bellezze presenti nei dintorni delle grotte, come ad esempio il castello stesso. Per questo puoi risparmiare tempo e acquistare un biglietto unico, anche online, ottenendo uno sconto.

Nelle grotte con un passeggero in più ❣️

Ma torniamo al castello… si deve specificare che si tratta del castello di grotta più grande del mondo iscritto nel Libro dei Guinness dei primati. Costruito intorno al 1200, si trova a pochi chilometri dalle Grotte di Postumia. É collocato su una parete rocciosa alta 123 metri, all’ingresso di una rete di tunnel carsici. La fortezza, proprio adiacente al fianco della montagna, dista circa 9 chilometri dalla città. La struttura rappresenta un intreccio di elementi naturali ed artificiali, dell’opera dell’uomo e della creatività della natura, che formano un gioiello di furbizia medievale. Qui la comodità doveva dar spazio alla sicurezza e infatti ad una prima occhiata sembra un luogo freddo e lugubre, decisamente poco confortevole, ma allo stesso tempo così romantico ❣️ da essere scelto da molti per il loro rito nuziale. È così particolare ed unico nel suo genere da essere inserito tra i dieci castelli più affascinanti al mondo.

Il Castello di Predjama è stato inoltre più volte teatro di riprese di numerosi filmati documentari e cinematografici. Ha conquistato anche George R. R. Martin, autore della famosa serie televisiva Il trono di Spade, mentre lo staff di Discovery Channel ha scoperto qui la presenza di alcuni spiriti… 😱

Fonte: YouTube – Ghost Hunters International S01E13 Tortured Souls

Per non farsi mancare nulla, il castello è ricco di storie di battaglie e cavalieri. Conosci ad esempio la leggenda di Erasmo di Predjama? Si narra che il cavaliere ribelle che abitava nel castello usò i passaggi segreti per approvvigionare le sue provviste. Grazie a questi tunnel riuscì così a resistere per più di un anno all’assedio dell’esercito imperiale, ma sebbene coraggioso e quasi invincibile, Erasmo morì colpito da una cannonata mentre era nel suo bagno personale, dopo il tradimento da parte di un servitore…

Ma le attività non finiscono certo qui. Devi sapere infatti che sotto il castello si trova una grotta che, per lunghezza, è la seconda grotta della Slovenia e si estende su quattro piani, collegati tra di loro. La lunghezza delle parti conosciute è di 14 km, mentre il tratto turistico è lungo 700 m e comprende la Scuderia, la Galleria principale, la Galleria dei nomi, la Sala grande e la Fiženca dove si trova l’accesso in superficie.

La grotta non è dotata di un impianto di illuminazione elettrica, per questo prima di entrare i visitatori ricevono una lampada frontale. Per la sua ubicazione e temperatura, nel periodo invernale la grotta offre riparo ai pipistrelli e, pertanto, durante il loro letargo resta chiusa al pubblico (è aperta solo da maggio a settembre).

Le grotte di Postumia

Il magico angolo del mondo carsico, nascosto tra le Alpi e il Mar Adriatico, affascina chiunque entri al suo interno. Qui ci si ferma, ci si guarda attorno con stupore per poi scoprirlo curiosamente fino all’ultimo angolino. Benvenuti nel Parco delle Grotte di Postumia.

https://www.postojnska-jama.eu/it/scoprite-il-parco/

Considerate le grotte più visitate d’Europa, le Grotte di Postumia sono uno dei siti di interesse sloveni più famosi. Lo sapevi che sono le uniche grotte carsiche con all’interno una ferrovia, costruita oltre 140 anni fa? La prima scoperta di queste grotte è avvenuta nel 1818 grazie a Luka Čeč, una persona del posto che scoprì una parte della zona sotterranea che è tuttora visitabile. Qui gallerie e caverne si estendono per circa 24 km e sono caratterizzate dalla presenza di stalagmiti e stalattiti la cui formazione è avvenuta grazie allo scorrere di acqua contenente carbonato di calcio. Le formazioni più antiche sembrano essersi formate ben 500.000 anni fa!

Il trenino nelle grotte

Per visitare le grotte è necessario viaggiare per 3,5 km a bordo del trenino che percorre l’unica linea ferroviaria sotterranea a doppio binario al mondo. Il viaggio ti permette di raggiungere l’inizio di un percorso da compiere a piedi e lungo circa 1,5 km. L’itinerario alla scoperta delle formazioni carsiche avviene con l’accompagnamento di una guida che fornisce tutte le informazioni necessarie, anche in italiano. Durante la visita di un’ora e mezza nell’intreccio di gallerie e sale sotterranee scoprirai tutte le peculiarità carsiche più importanti: la stalagmite più grande, chiamata il Grattacielo, alta ben 16 metri, il simbolo delle grotte di color bianco cristallino – il Brillante, l’ufficio postale più antico del mondo e l’animale più famoso – il proteo, considerato il cucciolo di drago che può sopravvivere senza cibo anche per 12 anni e vivere fino a 100.

La visita è per tutti, noi l’abbiamo fatta agilmente con la piccola Alice nel marsupio… che ha dormito tutto il tempo! 😴

La casetta nel bosco

Per visitare queste attrazioni abbiamo scelto di alloggiare in uno chalet situato in un villaggio vicino a Idrija. Si tratta di una piccola casetta di legno costruita ai margini di una foresta, in una valle dove regna la pace assoluta. La proprietaria, Karmen, è stata molto gentile e disponibile e ci ha fatto trovare tutto il necessario per poter restare qui tre giorni.

Lo spazio non manca e al piano superiore ci sono ben due lettoni comodi dove trascorrere la notte. Inoltre la casa è ben riscaldata, da considerare anche per l’inverno. Si trova a circa 40 minuti dal Parco delle Grotte di Postumia e la strada per arrivarci attraversa paesaggi e piccoli paesi davvero pittoreschi. Durante il nostro soggiorno i proprietari erano impegnati in alcuni lavori di sistemazione dell’area esterna, come ad esempio la costruzione di una piscina per gli ospiti. Sarà pronta per l’estate! 💦

La casetta in legno

Il villaggio di Črni Vrh è composto da poche case sparse tra i boschi, un market e una chiesa, ma è ricco di sentieri per escursioni e trekking sulle montagne circostanti. Insomma, una location ideale per il relax e gli amanti della natura.

Idrija, una città Patrimonio UNESCO

Se passi da queste parti non può mancare una gita a Idrija, la città della seconda miniera di mercurio più grande del mondo, parte del patrimonio UNESCO, conosciuta anche come la città del merletto.

Nel 1490, quando lo škafar, un costruttore di mastelli, bagnando i suoi mastelli in un ruscello scoprì una sostanza incandescente, insolitamente pesante e sconosciuta, la vita a Idrija cominciò a ruotare attorno a una sola cosa: il mercurio. La più antica città mineraria della Slovenia che ha fornito il mondo di questo prezioso metallo per molti secoli, è ancora oggi pervasa del ricco patrimonio di mercurio.

https://www.visit-idrija.si/it/

Sotto le strade di Idrija si trova infatti la ricchezza inestimabile della miniera, che ha guidato lo sviluppo della città per oltre 500 anni. È possibile accedervi attraverso la Šelštev (l’edificio d’ingresso) e fare una passeggiata al lume delle lampade lungo i percorsi dei minatori del passato. La visita alla miniera inizia con un video di presentazione introduttivo della durata di circa 15-20 minuti, dopo il quale prende il via il percorso guidato nella galleria che ha una durata di 1 ora e 30 minuti e conduce i visitatori ad una profondità massima di 96 metti sotto la superficie. All’ingresso ad ogni visitatore sarà dato un copri abito impermeabile e un caschetto come protezione, mentre la temperatura media si aggira intorno ai 13°C.

Noi purtroppo non vi ci siamo avventurati, ma contiamo di tornarci una prossima volta!

Foto: @ visitidrija

Non solo mercurio a Idrija. Già nel 17° secolo infatti l’attività del merletto a tombolo iniziò a diffondersi tra le mogli dei minatori. I loro merletti godevano di un’alta reputazione per la loro bellezza e tenerezza, soprattutto negli strati sociali più ricchi. La più famosa merlettaia della città a quel tempo fu Ivanka Ferjančič, un’eccellente artigiana, nonché prima insegnante della Scuola del Merletto di Idrija. La scuola è operativa dal 1876 e garantisce che le nuove generazioni possano imparare le conoscenze e l’artigianato del merletto fatto a mano. Oltre al rispetto per la tradizione, stimola anche il continuo sviluppo con nuovi approcci più moderni. È possibile visitare la scuola e il museo ad essa connesso.

Gli abitanti della città mantengono così viva da secoli l’arte del merletto, uno dei lavori manuali più complicati al mondo.

Foto: @ visitidrija

In città è possibile visitare il Castello Gewerkenegg, un castello molto sui generis e ricco di segreti! Fu costruito nel XVI secolo per motivi di difesa, per lo stoccaggio del mercurio e per la gestione della miniera. L’edificio ha un aspetto rinascimentale con un cortile a portico e pittoreschi affreschi barocchi. Oggi ospita il Museo civico di Idrija e racconta la storia cinquecentenaria della miniera e della cittadina, illustrando la dura vita quotidiana dei minatori, alleggerita dalla bellezza e dal candore dei merletti che venivano creati da mogli e figlie.

E per finire in bellezza nei dintorni puoi visitare il lago selvaggio. Si tratta di uno dei luoghi naturalistici più affascinanti di tutta la Slovenia, situato all’interno del Geoparco di Idrija. Questo piccolo lago è il risultato del rigurgito d’acqua che avviene al seguito di abbondanti piogge in questa zona interessata dal particolare fenomeno carsico.

Il lago è nascosto sotto le pareti rocciose (a nord) ai piedi dell’altopiano di Črni Vrh ed è collegato con l’enigmatico mondo delle acque sotterranee. Le ricerche confermano che le acque della sorgente derivano da un passaggio sotterraneo molto profondo (ad oggi i sommozzatori, sono riusciti a calarsi fino alla profondità di 160 m). La superficie del lago è di solito calma e mantiene il suo meraviglioso color smeraldo.

Il lago selvaggio di Idrija

Consigli: Il nostro consiglio è quello di dedicare almeno una settimana alla scoperta di questi luoghi naturali. Il Geoparco di Idrija ad esempio è un ricco patrimonio naturale e culturale che rende quest’area una delle regioni più affascinanti della Slovenia. La sua posizione all’incrocio tra le Alpi e le Dinaridi rappresenta un terreno estremamente vario, che offre panorami che vanno dalle Alpi al Mare Adriatico. Tutto da scoprire!

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Hai mai dormito in un van? Weekend in Liguria

Dove: Liguria, Italia 🇮🇹

Come: Weekend in un van camperizzato.

Quando: Gennaio 2022.

Budget: €€

Durata: 4 giorni.

Hai mai dormito in un van camperizzato? Io non lo avevo mai fatto, così come non avevo mai fatto vacanze in camper. L’idea è venuta a Divenirio, ormai diventato un super esperto dell’argomento, dopo ore e ore spese a guardare video su YouTube! 😅 Devi sapere infatti che da un po’ di tempo a questa parte stiamo seguendo una coppia che ha deciso di vivere un’avventura di 10 mesi in van in giro per l’Europa, o ancora un ragazzo che insieme al suo cane e al suo Ducatone trascorre la maggior parte del tempo nel grande nord. Per non parlare poi dei mitici Stepsover

Insomma, negli ultimi mesi ci siamo interessati ad uno stile di vita alternativo e on the road che devo ammettere ci stuzzica non poco (che bello sarebbe partire all’avventura per qualche mese?) e così ci siamo decisi a provare. Abbiamo quindi noleggiato un van per 4 giorni!

Il “nostro” van

Come dicevo, l’idea è nata nella testa di Divenirio. Io in realtà ero molto dubbiosa, soprattutto perché viaggiamo con una neonata di 6 mesi. Basterà lo spazio? Si starà al caldo? E il letto? Queste erano le mie preoccupazioni, per non parlare poi delle paranoie sul bagno… In effetti sì, lo spazio non è molto e sì, il bagno non è certo quello di casa (però il letto era molto comodo), ma alla prima alba in riva al mare ogni dubbio era sparito. We ❤️ van life!

Il noleggio

Partiamo dal principio, ovvero il noleggio e l’organizzazione. Non essendo grandi esperti del settore, per trovare il “nostro” van ci siamo affidati al sito trovocamper.it: inserendo qui la tipologia di mezzo desiderata, le date e il luogo di partenza, abbiamo ricevuto via mail alcune proposte di noleggio. Scelta la più conveniente in termini di costo e di grandezza del van 🚐 (ci sono van più o meno lunghi) abbiamo prenotato da Caravan Schiavolin, non proprio vicino casa, ma sulla strada verso la Liguria, nostra destinazione per questo weekend su 4 ruote.

Abbiamo optato per un van lungo circa 6 metri, con classica dinette, cucina, bagno con doccia e lettone sul fondo. Il modello è il Laika Kosmo 6.2: compatto e maneggevole in città, ha spazio a sufficienza anche per i viaggi più lunghi.

Van Tour Laika Kosmo Campervan

L’organizzazione del viaggio non è stata delle più agili in quanto nel van ti devi portare tutto: piatti e stoviglie, detersivi, biancheria per il letto, etc. Inoltre una volta preso possesso del mezzo lo devi allestire per la partenza in modo tale che tutto sia in sicurezza e devi preparare il letto per la notte… noi abbiamo fatto tutto questo nel parcheggio del centro caravan! Morale della favola: presa del van ore 17, arrivo a destinazione intorno alle 23. È importante quindi calcolare bene tutti i tempi.

Dove dormire?

Come funziona la sosta quando viaggi in van? Non conoscendo per nulla questo mondo ci siamo affiati all’app Park 4night che si è rivelata essere davvero utile. All’interno si trova infatti ogni tipo di suggerimento in merito a dove parcheggiare per dormire, nella natura o in un parcheggio, dove trovare campeggi attrezzati, o ancora dove fare rifornimento di acqua o scaricare. Una sorta di TripAdvisor per i camperesti, completo di recensioni e fotografie. E così abbiamo trovato dei posti stupendi dove ammirare della albe da favola…

Alba a Varazze

Può sembrare strano dormire in strada o in un parcheggio in riva al mare, ma la sensazione di libertà che ti da questo tipo di esperienza non ha eguali. La prima mattina ad esempio ci siamo svegliati con il rumore delle onde e il profumo di caffè, mentre fuori il sole si alzava all’orizzonte. Bellissimo!

Il percorso

Come meta per il nostro weekend abbiamo optato per la vicina Liguria. Il primo spot per la notte 😴 è stato un parcheggio in riva al mare nel paesino di San Lorenzo al mare, parcheggio che la mattina successiva si è rivelato essere una location perfetta per godere di una favolosa alba. Da lì ci siamo poi spostati verso Sanremo, dove abbiamo stazionato in un parcheggio sulla spiaggia giusto per una passeggiata in città e un pranzo vista mare. Ma la vera destinazione del nostro fine settimana alternativo l’avremmo raggiunta solo in serata e solo varcando i confini nazionali. Dove eravamo diretti?

Il Principato di Seborga

In Liguria c’è un piccolo centro medievale, vicino a Bordighera e Sanremo, dove vivono poco più di 300 persone, che da molti anni si è autoproclamato «Principato» indipendente dall’Italia con tanto di principe, Consiglio della corona, guardie e una sua moneta. Tutto, ovviamente, non riconosciuto dallo Stato italiano. Benvenuto nel Principato di Seborga!

Non siamo lontani dal Principato di Monaco: anche Seborga è un piccolo principato, che ancora oggi ha il suo re, le sue leggi e batte la sua moneta. Tutto a fini promozionali e folkloristici, ma con stile. Nel 1729 il borgo di origine medievale divenne un vero principato; la storia ha poi legato le sue sorti alla Repubblica Italiana, ma qualcosa è rimasto.

https://www.lamialiguria.it/it/la-liguria-in-battello/199-riviera-di-ponente/sanremo-e-dintorni/1850-benvenuti-nel-principato-di-seborga.html
L’ingresso a Seborga

Le prime attestazioni storiche di Seborga possono essere fatte risalire al V secolo a.C., quando le scorrerie dei pirati spinsero gli abitanti della fascia costiera dell’estremo Ponente ligure a riparare nell’entroterra, dove è tuttavia ipotizzabile che alcuni sporadici insediamenti fossero già presenti attorno al 2.000 a.C. I monaci furono successivamente i Principi di Seborga fino al 1700 quando il territorio fu venduto all’allora Re di Sardegna Vittorio Amedeo II, il quale acquistò Seborga come possedimento personale e non per annetterla al Regno di Sardegna.

In tempi più recenti, il popolo di Seborga si è riunito liberamente e spontaneamente il 14 maggio 1963 per eleggere principe Giorgio Carbone (che assunse il nome di Giorgio I), un cittadino di Seborga da sempre sostenitore dell’indipendenza dallo Stato italiano, che oggi de facto esercita illegittimamente la sua sovranità su Seborga. Carbone, appassionato di storia, si accorse infatti che gli atti di annessione di Seborga al Regno d’Italia prima e alla Repubblica Italiana dopo non erano legittimi e dagli anni ’60 portò avanti la causa dell’indipendenza del Principato.

Il Principe Giorgio I (nel frattempo ammalatosi di sclerosi laterale amiotrofica) scomparve il 25 novembre 2009. Il 25 aprile 2010 Marcello Menegatto fu eletto Principe di Seborga (con il nome di Marcello I) attraverso elezioni palesi e rieletto per un altro settennato il 23 aprile 2017. Il 12 aprile 2019 il Principe annuncia la sua intenzione di abdicare, rimanendo in carica fino all’elezione del suo successore. Il 10 novembre 2019 Nina Menegatto è eletta Principessa di Seborga, prima donna nella storia a ricoprire tale carica.

Tutta la storia del Principato la puoi trovare qui www.principatodiseborga.com/storia oppure puoi guardare il simpatico video realizzato da mr.no.bo.dy che ha fatto visita al Principato qualche tempo fa. Una storia davvero curiosa!

Seborga – Lo Stato segreto in Italia

Anche in questo caso abbiamo cercato nell’app uno spot dove poter pernottare, ovviamente con vista alba sulle colline circostanti.

Una nuova alba

Terminata la nostra visita ci siamo diretti ancora una volta verso il mare per dedicarci ad un ultimo pranzo sulla spiaggia. Tenda, sole e buon appetito! ☺️ Era arrivato il momento di riprendere la strada verso casa, il nostro weekend stava per giungere al termine… ma non la nostra voglia di viaggiare in van. Ci sarà presto una nuova avventura? Stay tuned!

Consigli: il mio unico consiglio è quello di provare prima o poi questa esperienza, che tu sia solo, in coppia o in famiglia. Non te ne pentirai!

Come prenotare: trovocamper.it.

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Losinj, l’isola della vitalità

Dove: Isola di Losinj, Croazia 🇭🇷

Come: Capodanno noi 3.

Quando: Dicembre 2021 – Gennaio 2022.

Budget: €€

Durata: 7 giorni.

Forse avrai già letto il mio articolo sul viaggio a Lanzarote e saprai che quella che avrebbe dovuto essere la nostra meta per le vacanze di Natale o Capodanno in realtà è stata anticipata a inizio dicembre. Ci siamo così ritrovati a casa per tutte le feste e non potevamo certo perdere l’occasione di visitare qualcosa di nuovo, ma… dove potevamo andare? Non avevo molta voglia di prendere nuovamente un volo aereo sia per i costi, che per non sballottare troppo la piccola Alice. Dove andare allora in auto? Facile, nella vicina e a noi cara Croazia! 😃

E così, per la seconda volta quest’anno (la prima volta siamo stati a Krk) e per la terza volta come meta dei nostri viaggi (abbiamo fatto un on the road in Croazia ad agosto 2020, leggi qui) siamo tornati in terra croata. Anche questa volta abbiamo scelto un’isola come destinazione, Lošinj. Perché proprio questa, nel Golfo del Quarnaro? Non c’è una motivazione precisa se non che è facilmente raggiungibile in auto e non troppo distante da casa in termine di km. Inoltre Lošinj è collegata ad una seconda isola, Cres. Due destinazioni in un colpo solo! 🤩

Lošinj e la più grande Cres sono infatti due isole croate separate da un canale di appena 11 metri, tanto che spesso vengono considerate una il prolungamento dell’altra. Per arrivare nella nostra destinazione dovrai infatti attraversare tutta Cres e non è così corta come sembra, circa 1 ora e 20 minuti di strada. Per giungere invece a Cres è necessario scendere in Istria e traghettare per 20 minuti da Brestova a Porozina, oppure arrivare fino a Krk e poi da lì prendere il traghetto.

L’arcipelago di Cherso e Lussino era chiamato anticamente con il nome comune Apsyrtides, legato alla leggenda del mitico eroe Apsyrt. Le isole di Cherso e Lussino formavano un insieme nel loro antico passato, ma a causa delle esigenze del commercio e della Via dell’Ambra, furono separate da un canale scavato artificialmente vicino a Osor. Gli insediamenti più antichi delle isole (Lubenice, Osor, Beli) ricordano una storia di oltre 4000 anni, e la città romana di Osor fu sede della diocesi nel IX. secolo.

https://www.losinj-providenca.com/ships-and-captains-story/

Lunga 31 km, l’isola di Lošinj, o Lussino in lingua italiana, comprende due cittadine principali e molte fitte pinete, circondate da una costa frastagliata. Devi sapere che la sua tradizione turistica risale ai tempi dell’impero austro-ungarico, quando i nobili mitteleuropei elessero una baia dell’isola, la baia di Čikat, come luogo di villeggiatura, per le sue bellezze naturalistiche e per l’aria salubre, costruendovi alcuni dei sontuosi alberghi ancora oggi attivi. Da allora, Lošinj ha continuato ad attirare i turisti e si è specializzata in un’offerta che comprende numerose attività rendendola un’ottima scelta tra le isole della Croazia. Non a caso viene anche definita l’isola della vitalità, caratterizzata da un bell’ambiente mediterraneo, più di 2.500 ore di sole all’anno e ben 1.200 diverse specie botaniche.

Io e Alice a Lussinpiccolo

L’isola è infatti famosa per la sua meravigliosa natura lussureggiante ricca di piante esotiche come limoni, banani, eucalipti ed erbe medicinali, che hanno dato vita ad attività ed eventi legati all’aromaterapia 🌿 (e devo ammettere che questa varietà di piante e di profumi è ben evidente, fin dal primo giorno te ne accorgerai anche solo passeggiando). Ma anche per la costruzione delle navi: quasi disabitata fino alla metà del 13° secolo, Lussino si sviluppò in una delle principali potenze navali regionali nel 19° secolo, e la città di Mali Lošinj, dietro Trieste, nel secondo porto più importante dell’Adriatico. Gli abitanti di Lussino erano infatti apprezzati per la loro abilità nella costruzione di navi a vela, ma anche come i migliori marinai del Mediterraneo.

Dunque, una volta arrivati qui, che fare sull’isola di Lošinj?

Lussinpiccolo e Lussingrande

I due principali centri sull’isola sono le cittadine di Lussingrande e Lussinpiccolo, ma non farti trarre in inganno dai loro nomi: devi infatti sapere che il capoluogo, Lussinpiccolo, è in realtà la cittadina più grande mentre Lussingrande quella più piccola! Sicuramente due destinazioni da vedere che si trovano a poca distanza l’uno dall’altra, collegate anche da un sentiero che costeggia il mare. Noi abbiamo deciso di soggiornare nei pressi di Lussinpiccolo, in un piccolo ma grazioso appartamento con terrazza e vista mare. Molto apprezzato anche il parcheggio fronte casa e il fatto che si poteva arrivare in città a piedi, con una bella passeggiata di circa 20 minuti. Senza contare la gentilezza della proprietaria che ha reso il nostro soggiorno davvero perfetto!

Lussinpiccolo viene anche definita la città dei capitani di mare. Si trova in un’ampia valle marina e le sue case colorate sono disposte ad anfiteatro intorno al porto:

La tradizione vuole che il porto sia stato creato dai Romani nel 32 a.C. quando la flotta di Ottaviano dovette fermarsi presso l’isola e attendere la fine dell’inverno prima di riprendere la navigazione: da allora la parte meridionale del porto di Lussino è chiamata valle di Augusto.

https://www.croaziainfo.it/lussinpiccolo.html

Lussingrande è invece caratterizzata da belle case dall’aspetto antico e lussuoso, con giardini segreti dietro mura e cancellate. Con i suoi 917 abitanti è il secondo paese dell’isola, ma un tempo era il più grande degli insediamenti, quello maggiormente sviluppato (da qui il nome 🙃). In questi giardini crescono oltre 80 varietà di erbe aromatiche portate dai marinai di ritorno dai loro viaggi in tutto il mondo.

Il giovane atleta Apoxyómenos

Una menzione a parte merita il Museo dell’Apoxyómenos, a Lussinpiccolo, dedicato ad una sola opera esposta, la statua di bronzo del giovane atleta Apoxyómenos. La statua è stata ritrovata nei fondali dell’isola, alla profondità di 45 metri, da parte di un turista Belga nel 1997. Nel 1999 l’Apoxyómenos è stato estratto dal mare sul cui fondo ha trascorso quasi due millenni. Durante quasi due decenni dalla sua estrazione fino al ritorno nel museo, la statua antica è diventata il simbolo e il marchio dell’isola di Lussino.

E il resto dell’isola?

Al di fuori delle due cittadine principali, il resto dell’isola è tutto da scoprire! Se vieni a Lošinj in prossimità del Capodanno non puoi perderti ad esempio il tradizionale bagno in mare di fine anno. L’evento viene organizzato sulla bellissima spiaggia di Veli Zal alle ore 12:00 del 30 dicembre. Potevamo restare indifferenti? 😝

Consiglio inoltre di pranzare presso il ristorante della spiaggia, che offre dei piatti niente male e un pesce alla griglia da favola! Sempre qui è possibile partire per una piacevole passeggiata a piedi lungo la costa, fino alla baia di Čikat, una passeggiata cementata e facilmente percorribile, molto piacevole e ombreggiata dai pini marittimi. Ottima location per vedere il tramonto. La baia ospita la maggior parte degli alberghi di Lussinpiccolo, come il famoso Alhambra, boutique hotel a 5 stelle.

I più sportivi non possono poi perdere la passeggiata della vitalità, un sentiero cementato e lungo il mare che collega Lussinpiccolo a Lussingrande. La passeggiata è adatta a tutti e molto piacevole. Noi ne abbiamo fatto solo un tratto con il passeggino e non abbiamo riscontrato problemi. Un’occasione unica per scoprire angolini e calette tranquille, o piccoli porticcioli come San Martino (Sveti Martin), ovvero la parte piú antica di Lussinpiccolo dove i primi abitanti si stabilirono nel 12° secolo.

La caletta di Valdarke

Merita una visita anche il Miomirisni vrt, un giardino botanico con 250 varietà di piante autoctone e più di 100 specie esotiche, gestito da una gentile signora dell’isola che produce grappe e liquori in vendita presso la sua boutique. Qui ogni sera, tra le 18.00 e le 23.00, i visitatori possono degustare una selezione dei migliori prodotti agroalimentari locali (solo in estate). Il giardino è a ingresso libero e si trova appena fuori la città di Lussinpiccolo.

Per i veri #sunsetlovers consiglio poi di prendere la trasversale lussignana e di percorrerla in auto fino al punto più a sud dell’isola per ammirare il panorama sulle isolette circostanti. Oppure è possibile fermarsi dopo circa 1 km di salita, sulla collina di Umpiljak, dove godere del bellissimo panorama sulla cittá di Lussinpiccolo, l’intera Val d’Augusta e le piccole isole direttamente dal viewpoint Providenca. Purtroppo il locale è aperto da maggio ad ottobre, noi non abbiamo avuto il piacere di sederci ai suoi tavoli per sorseggiare un aperitivo, ma dai un’occhiata alle foto, vale la pena farci un salto se passi da queste parti durante la bella stagione.

Foto by @losinjprovidenca

E l’isola di Cres?

Cres è una delle isole più settentrionali del Golfo del Quarnero ed è separata dall’isola di Lussino da un canale con ponte mobile presso il paese di Osor. È la seconda isola per grandezza dopo l’isola di Krk e ha una forma allungata: è lunga ben 65km, con una larghezza massima di 13, ma in alcuni punti arriva anche a 2!

L’isola ha diversi paesi – per lo più piccolissimi costituiti da una manciata di case, orti e giardini – collegati tra loro da una strada che corre al centro dell’isola e la attraversa da un capo (Porozina – dove attracca il traghetto per la terraferma) all’altro (Osor – dove si trova il ponte che la collega a Lussino). Viaggiando in inverno l’abbiamo trovata particolarmente deserta ma in primavera/estate la sua natura lussureggiante attira un certo numero di turisti. Per non parlare poi delle spiagge e calette che vista la stagione noi non abbiamo potuto visitare. 🌊

… ma non ci siamo persi i tramonti!

Il fascino di Cres (Cherso) risiede nella sua natura indomita e selvaggia che seduce una volta per tutte chi ha la fortuna di mettervi piede. Scarsamente popolata, quest’isola vanta fitte foreste primordiali e un litorale scosceso che alterna alte scogliere a piccole insenature nascoste, sovrastate da antichi borghi sperduti. Il paesaggio di Cres è dominato dal cielo aperto, che si fonde con il mare o la campagna brulla. Si direbbe che ogni strada o sentiero abbia in serbo uno scorcio panoramico di straordinaria bellezza. È davvero un’isola speciale.

https://www.lonelyplanetitalia.it/destinazioni/croazia/isola-di-cres

Sicuramente merita una visita Punta Križa nella parte meridionale dell’isola, che con i suoi boschi e paesaggi mediterranei mozzafiato sembra a tutti gli effetti un parco naturale. Qui è possibile imbattersi in pecore al pascolo o in qualche daino intento a riposarsi sui prati (noi li abbiamo visti!) mentre si segue la strada sino alla baia turchese che bagna le sue coste. Insomma, quello di Punta Križa è un ambiente naturale di assoluta quiete dove fare passeggiate o rilassarsi in riva al mare.

Un’altra attrazione naturalistica degna di nota che noterai guardando la cartina dell’isola è sicuramente il lago di Vrana, un fenomeno carsico naturale di primissima grandezza. Deve probabilmente il proprio nome al paese di Vrana, ma la gente del luogo lo chiama semplicemente “Il lago”. È considerato il più profondo dei laghi dell’Europa orientale. Si tratta di una tipica criptodepressione carsica, il che significa che il livello dell’acqua del lago è superiore al livello del mare circostante, mentre il suo fondo si trova sotto al fondo del mare. La sua acqua approvvigiona la popolazione delle isole di Cherso e Lussino e poiché l’area è sotto rigida tutela, il divieto di accesso è assoluto. E dunque, chi vuole godere della sua vista, può farlo soltanto da lontano, ossia dal paesino di Vrana.

Infine, la città di Cres (Cherso in italiano), capoluogo dell’isola e centro amministrativo. Da scoprire camminando a piedi tra le sue strette viuzze e le mura medievali. Abbiamo poi tentato di visitare altre due località dell’isola, Lubenice, un paese quasi abbandonato (credo ci vivano solo 7 persone!) ma a quanto ho letto bellissimo e carico di atmosfera, e Valun, un piccolo borgo che pochissimi turisti conoscono e che è considerato il paradiso delle vacanze estive… ma niente da fare, abbiamo trovato la nebbia! 😞 Ci tocca tornare in estate.

Sulla strada verso Valun

Consigli: per gli amanti del trekking non può mancare la scalata al Monte Ossero, la prima montagna delle isole dell’Adriatico che attira da sempre l’attenzione dei turisti. Si estende lungo la parte settentrionale dell’isola, dal villaggio di Ćunski fino a Osor. Il percorso è abbastanza impegnativo e la salita impiega circa due ore… ma la fatica viene ripagata in cima dalla splendida vista panoramica su tutto l’arcipelago di Lussino.

Come prenotare: Airbnb, Jadrilinija se vuoi prenotare il traghetto (in inverno non è necessario).

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7 giorni a Lanzarote, l’isola dei vulcani

Dove: Lanzarote, Isole Canarie 🇮🇨

Come: 7 giorni on the road.

Quando: Dicembre 2021.

Budget: €€

Durata: 7 giorni.

I primi di dicembre siamo letteralmente fuggiti a Lanzarote… Le Isole Canarie avrebbero dovuto infatti essere la meta per le nostre vacanze natalizie (se ci segui saprai che amiamo passare il Natale in viaggio)… ma abbiamo cominciato a sentire “puzza” di nuove chiusure e restrizioni, e così abbiamo deciso di anticipare questa avventura a tre. Primo volo aereo per la piccola Alice! ✈️

In realtà siamo stati fortunati perché @divenirio poteva usufruire di una settimana di ferie (io sono ancora in maternità) e i voli verso l’isola erano buoni, a degli orari gestibili per viaggiare con una neonata. E allora cosa c’è di meglio che partire verso il sole ☀️ mentre a casa arriva la neve? Destinazione Lanzarote, l’isola più orientale di tutte le Canarie.

Punta Papagayo

Prima di tutto qualche informazione: Lanzarote è una delle isole situata al largo della costa africana occidentale (si trova infatti a solo un centinaio di chilometri dalle coste del Marocco) e rientra sotto il dominio della Spagna; è famosa per il clima sempre caldo, le spiagge e i paesaggi vulcanici. È l’isola più selvaggia delle Canarie, dove le spiagge dei surfisti incontrano i vulcani e i parchi naturali, la natura desertica e i cactus 🌵.

Nota anche come Isla del Fuego (isola del fuoco) Lanzarote ha una superficie di 795 chilometri quadrati ricoperti quasi per intero di lava solidificata, che a seconda della luce del sole prende vari colori: dal nero al rosa, dal viola all’ocra.

https://www.isoladilanzarote.com/

Devi sapere che in realtà a Lanzarote ci eravamo già stati, ben 10 anni fa… ma si era trattata di una gita di un solo giorno, con partenza da Fuerteventura dove stavamo trascorrendo le nostre vacanze. Mi stuzzicava quindi l’idea di tornarci dopo tanti anni, ma soprattutto di esplorarla come si deve, avendo ben 7 giorni a nostra disposizione. E in più questa volta con noi c’era un terzo passeggero… 🥰

Prenotati i voli, l’auto (fondamentale) e la nostra base per il pernotto, abbiamo fatto le valigie. Come punto di partenza per la nostra esplorazione abbiamo scelto la città di Arrecife, capoluogo dell’isola e direi punto centrale per poter visitare facilmente tutte le principali attrazioni. Si tratta di una piccola cittadina, con un bel lungomare e una bella spiaggia con palme e sabbia dorata. Assolutamente consigliato il nostro appartamento, Habitat Avenida, situato sul lungomare della cittadina, moderno e molto bello. Ti dico solo che dalla finestra della nostra camera vedevo ogni giorno sia l’alba che il tramonto… Molto apprezzato anche il servizio di pulizia ogni tre giorni. L’unica nota negativa, il parcheggio difficile da trovare (puoi eventualmente usufruire del parcheggio sotterraneo a pagamento difronte la struttura)… e infatti una mattina abbiamo preso una bella multa salata per divieto di sosta!

In realtà avevo adocchiato anche questa sistemazione, una villa tutta per noi con piscina riscaldata… 😍 L’ho però poi scartata perché si trova a sud dell’isola e un po’ isolata. Viaggiando con una neonata ho preferito avere tutto a portata di mano e restare vicino all’aeroporto. Un’altra sistemazione che mi sento di suggerire è quella che fa parte di Lanzarote Retreats: qui puoi scegliere tra ville di lusso, yurte ed eco-friendly accommodation. Wow!

Trovata la “casa” perfetta, è iniziata l’esplorazione dell’isola di fuoco! 🔥

Giorno 1: Giardino dei cactus e Mirador del Rio

Premessa: in questo racconto sentirai molto nominare un certo Cesar Manrique, un noto artista di Lanzarote. Ma chi era realmente questo personaggio così importante per l’isola?

Cesar Manrique (1919-1992) nasce a Lanzarote. Pittore, scultore, architetto e artista multidisciplinare, studia a Madrid e, dopo svariati anni trascorsi a esporre in tutto il mondo, vive negli anni ‘60 a New York, la mecca dell’arte all’epoca. Pochi anni dopo, ritorna a Lanzarote per stabilirsi definitivamente nella sua isola natale. È allora che avvia il suo progetto più personale e ambizioso: usare l’isola come tela su cui plasmare le proprie idee artistiche e di difesa dei valori ambientali. L’amore che provava per la sua terra e la sua travolgente personalità hanno fatto il resto. Nel 1978 è stato insignito del Premio Mondiale per l’Ecologia e Turismo.

https://www.ciaoisolecanarie.com/larte-di-cesar-manrique/

Il Giardino dei Cactus è la prima attrazione che abbiamo visitato, progettata proprio da Manrique. Qui l’artista vide un potenziale all’interno di quella che era una semplice cava di pietrisco e realizzò questo spazio che attualmente raccoglie circa 4.500 esemplari di 450 specie differenti di cactus, raggruppati in 13 famiglie e giunti dai cinque continenti. Il verde delle piante contrasta con l’azzurro del cielo e il nero del vulcano, creando un ambiente molto suggestivo. Da non perdere!

Salendo verso nord ci siamo poi diretti al Mirador del Rio, il punto panoramico più scenografico di Lanzarote, opera sempre di Cesar Manrique: completamente mimetizzato con i suoi dintorni, è appena visibile dall’esterno e si integra perfettamente con l’ambiente di pietra circostante.

El Mirador domina El Río, la stretta striscia di mare che separa Lanzarote da La Graciosa, l’ottava isola delle Canarie, accompagnata dal gruppo di isolette che danno il nome al Parco Naturale dell’Arcipelago Chinijo. Da non perdere anche l’interno del Mirador che ospita una bar/ristorante, dove poter gustare un pranzo o sorseggiare un the con una vista davvero mozzafiato, e la strada panoramica lungo la costa che da qui ci ha riportato verso casa. Spettacolare!

La vista dal Mirador

Giorno 2: Punta Papagayo e il Lago Verde

Il secondo giorno ci siamo invece diretti a sud, verso la punta Papagayo. Devi sapere che l’isola vanta più di cento spiagge, ma le migliori secondo i più si trovano proprio qui, un’incredibile collezione di spiagge incontaminate situate nel Parco Naturale Los Ajaches. Grazie alla loro intimità e alla bellezza naturalistica sono tappa obbligata per chiunque visiti quest’isola.

Per accedere al parco si deve pagare un biglietto dal costo di 3€ e attraversare per ben 20 minuti una strada non asfaltata, ma ne vale decisamente la pena. Essendo dicembre e con un vento costante non abbiamo fatto un bagno, ma abbiamo notato molta gente sdraiata a prendere il sole e qualche coraggioso in acqua (ricordati che questo è oceano non mare). Noi ci siamo limitati ad una passeggiata rilassante e ad un pranzetto in uno dei due ristoranti con vista presenti in loco… e con una neonata al seguito è stato un lusso non da poco! 😅

Spostandoci poi sulla costa sud-occidentale, siamo giunti al Lago Verde, conosciuto anche come Charco de los Clicos, una delle attrazioni naturali più suggestive di Lanzarote.

Charco de los Clicos è un lago verde formatosi nel cratere di un antico vulcano, che deve il suo colore ad un tipo di alga che cresce al suo interno. Dopo le eruzioni del 1730, il cratere del vulcano si allagò, formando così la laguna verde. Ancora oggi il lago è collegato attraverso il sottosuolo con l’oceano, che mantiene vive le sue acque.

https://www.visitarelanzarote.it/attrazioni-turistiche/centri-naturali/lago-verde-el-golfo-charco-de-los-clicos/

Il colore verde è in contrasto con il blu dell’oceano e con il nero della sabbia e l’intero paesaggio, con rocce vulcaniche sullo sfondo, offre una vista unica. L’area è stata dichiarata riserva naturale ed è vietato nuotare nel lago, ragion per cui è stato circondato da una recinzione di legno. Consiglio di visitare questa zona in una giornata di sole per apprezzarne al meglio i colori. Noi ci siamo tornati una seconda volta proprio per questo motivo.

L’area viene anche definita con il nome di El Golfo, nome che in realtà appartiene al piccolo villaggio situato nelle immediate vicinanze della laguna verde. Da sempre un villaggio di pescatori, è il luogo ideale da raggiungere per pranzare o cenare… ma occhio ai prezzi! 👀 Sulla via del ritorno consiglio di fare una sosta ad un altro sito naturale qui vicino, Los Hervideros, ovvero rocciose scogliere a picco sull’Atlantico che, percosse dalle impetuose onde, generano una sorta di nebbia e di vapore che fa quasi ribollire l’acqua (“hervir” in spagnolo significa infatti bollire).

Si tratta di uno scenario naturale poco conosciuto ma dal fascino indiscusso. Los Hervideros è caratterizzato anche da una serie di cavità e di grotte visitabili a piedi, dalle quali si può godere del meraviglioso spettacolo della forza delle onde. Entrambe queste attrazioni sono gratuite.

Giorno 3: La Geira e il Parco Naturale di Timanfaya

Il terzo giorno avevamo voglia di formaggi locali e vino, ci siamo allora diretti verso la valle de La Geira. La valle, dichiarata nel 1987 Parco Naturale, ma riclassificato nel 1994 come un Paesaggio Protetto, è la principale regione viticola di Lanzarote, che si estende fino alle pendici vulcaniche, diventata un’attrazione piuttosto popolare visto che sembra un’opera d’arte paesaggistica gigantesca e spettacolare. 😎

I vigneti della valle di La Geria sembrano essere stati trapiantati qui da un altro pianeta. Gli abitanti di Lanzarote trovarono un modo indigeno per coltivare la vite su questo terreno arido e ostile, scavando più di diecimila cavità imbutiformi negli spessi strati di picón (ceneri vulcaniche grossolane) e piantando al loro interno piante, una sola per cavità. La procedura vuole che una volta piantata la vite, la buca venga ricoperta nuovamente di terra e spessi strati di picón, poiché i granuli vulcanici porosi mantengono l’umidità notturna per nutrire le piante. Inoltre, per proteggerle dai venti costanti e dall’essiccazione, hanno costruito attorno ad esse bassi muri semicircolari.

https://www.visitarelanzarote.it/attrazioni-turistiche/centri-naturali/la-geria/

In questa zona puoi trovare alcune cantine dove degustare il vino e assaggiare i prodotti locali. Noi abbiamo scelto Bodega La Geira perché ci eravamo stati anche nel nostro precedente giro a Lanzarote, 10 anni fa. Con una piccola spesa è possibile degustare i vini all’interno della cantina e acquistare prodotti locali da portare a casa (già confezionati e imballati per il trasporto aereo). Da non perdere la marmellata di fichi d’india prodotta da una nonnina del posto. Squisita! Ti lascio qui la sua pagina Facebook.

La Bodega è provvista anche di una piccola osteria dove poter gustare delle ottime tapas. Terminato il nostro pranzo ci siamo poi diretti verso quella che considero la chicca di quest’isola, ovvero il Parco Nazionale di Timanfaya: esteso su una superficie di circa 51 km², il parco giace su un substrato geologico esclusivamente vulcanico. Le più grandi eruzioni che diedero vita a questo ambiente avvennero fra il 1730 ed il 1736, ma ancora oggi l’attività del vulcano continua, come proverebbero le temperature rilevate ad una profondità di 13 metri sotto la superficie e che oscillano fra i 100 ed i 600 °C. Nel 1993, l’UNESCO ha riconosciuto a quest’area la qualificazione di riserva biosferica.

La montagna di fuoco

Il simbolo del parco è una statua denominata “El Diablo“, ovviamente opera di César Manrique. All’interno non è possibile girovagare da soli, ma una volta dentro e parcheggiata l’auto si deve salire su un bus turistico che effettua un percorso ad anello, della durata complessiva di 45 minuti. Un voce registrata spiega in spagnolo, inglese e tedesco la storia dei vulcani e racconta quello che vedi fuori dal finestrino. Non è permesso scendere. Una volta tornati al punto di partenza è possibile invece assistere ad un paio di dimostrazioni: le guide del parco ti mostreranno come l’attività del vulcano non sia affatto finita…

E se alla fine del tour avrai un certo appetito potrai pranzare con un pollo cotto direttamente sulla brace del vulcano… è possibile farlo, all’interno del ristorante presente nell’area visitatori.

Per concludere la giornata in bellezza, essendo nelle vicinanze, ci siamo poi diretti verso la spiaggia di Famara, famosa per il surf, le dune di sabbia e il vento perenne. @divenirio voleva tentare una lezione di surf 🏄🏻‍♀️, ma alla fine abbiamo desistito (troppo vento per la piccola Alice). Sarà per un prossimo viaggio!

Giorno 4: Jameos del Agua

Il giorno 4 ci siamo dedicati ad un’altra opera di Cesar Manrique, il famoso Jameos del Agua. La parola jameo si riferisce ad un foro che si produce a causa del crollo del tetto di un tunnel di lava. Jameos del Agua, proprio come la vicina Cueva de Los Verdes (ne parleremo dopo), si trova proprio all’interno di un tunnel vulcanico prodotto dall’eruzione del vulcano de la Corona. Si tratta di uno spazio naturale e artistico allo stesso tempo: da questi tunnel Manrique ha infatti realizzato una vera e propria gemma, con lo scopo di mostrare ai visitatori uno spazio per la contemplazione della natura. Il sito è molto importante anche dal punto di vista ecologico, poiché qui si trova una specie di granchio unica al mondo, il granchio cieco, di una lunghezza di un centimetro, albino e… cieco.

Si entra nel Jameos salendo una scalinata in pietra fino alla prima grotta, il Jameo Chico, trasformata da Manrique in un insolito bar/ristorante con vista su un piccolo lago. Questo lago naturale ha un’acqua estremamente trasparente – regolata dall’Oceano Atlantico – e ospita i granchi ciechi, diventati oggi il simbolo del Jameos del Agua.

[…] Attraversando il lago percorrendo uno stretto sentiero, si giunge al Jameo Grande. Anche se probabilmente l’avrete visto in una miriade di cartoline, non c’è nulla di più intrigante di uscire dal tunnel oscuro e trovarsi all’improvviso in un’enorme grotta all’aperto rivestita di piante tropicali e la piscina più fantastica che potreste mai immaginare. Questa piscina cristallina e turchese è un vero paradiso, anche se non si può usare perché il nuoto è proibito. Solo al Re di Spagna è permesso nuotare qui.

https://www.spagna.info/isole-canarie/lanzarote/cosa-vedere-lanzarote/jameos-del-agua/

Purtroppo il quarto giorno lo abbiamo speso per metà cercando di pagare la nostra multa e cercando una clinica per i tamponi di ritorno. A questo proposito, visto il periodo, se desideri visitare Lanzarote e necessiti di un tampone rapido puoi rivolgerti alla clinica internazionale che si trova a Puerto del Carmen. Non accettano prenotazioni, ma semplicemente mettendosi in fila si attende il proprio turno. L’esito ti verrà comunicato dopo pochi minuti.

Sulla via del ritorno ci siamo però fermati per una veloce sosta alla Fundacion Cesar Manrique, situata nella singolare e spettacolare dimora costruita dallo stesso Manrique dopo il suo ritorno da New York, quando decise di stabilirsi definitivamente a Lanzarote. Ovviamente è stata costruita nel bel mezzo di una colata lavica! La particolarità è che al piano inferiore, la dimora sfrutta ben cinque bolle vulcaniche naturali, in comunicazione tra loro attraverso dei tunnel scavati proprio nella lava. Consiglio la visita per comprendere al meglio la storia e la vita di questo artista.

Giorno 5: Playa Blanca e Cueva de los Verdes

Se ti dico Playa Blanca che cosa ti viene in mente? Sole, oceano e una bella spiaggia (non bianca ma dorata). Ci troviamo nel sud dell’isola, in una delle località più turistiche di Lanzarote, meta tranquilla e ideale per il relax di tutta la famiglia. La località dispone di un’ampia gamma di alberghi, circondati da numerosi bar, ristoranti, centri commerciali e uno dei migliori porti turistici di Lanzarote. A proposito: qui partono i traghetti per l’isola di Fuerteventura. Non male poter visitare due isole in una sola vacanza! Noi non abbiamo usufruito di queso servizio poiché Fuerteventura è stata la meta di due nostri viaggi passati… ma ancora oggi resta comunque la nostra isola preferita 🤩.

Volare, oh oh

A Playa Blanca ci siamo presi una mattina di puro relax: un po’ di spiaggia e un po’ di sole… qui il vento è meno fastidioso e si sta benissimo in costume a dicembre. Ma il nostro tour dell’isola non era ancora terminato e dopo un pranzo veloce in uno dei ristoranti sul lungomare ci siamo diretti più a nord, in un altro tunnel di lava, Cueva de los Verdes. In epoca preistorica, quando si sono verificate le grandi eruzioni, i gas e la lava hanno formato con le loro bombe esplosive queste grotte caratteristiche di Lanzarote e circa un miglio sono aperte ai visitatori. Le loro forme e i colori rendono questa visita indimenticabile.

Curiosità: lo sapevi che all’interno è custodito un segreto? Non posso rivelarlo, dovrai venire fin qui per scoprirlo di persona!

Giorno 6: Lagomar Museum

Perché le cose belle finiscono sempre così in fretta? Il viaggio stava per giungere al termine, ma ci restava ancora una meraviglia da visitare, il Lagomar Museum:

Una delle proprietà private più spettacolari di Lanzarote, formata maestosamente intorno alle stesse rocce da cui è stata costruita, una cava vulcanica con labirinti naturali e grotte. Un’opera d’arte davvero spettacolare creata dalla Natura dalla lava fusa che un tempo scorreva lungo queste stesse pendici dell’antico vulcano sopra LagOmar.

http://www.lag-o-mar.com/museum/

Conosci la storia curiosa di questo museo che un tempo non era altro che una villa? All’inizio degli anni ’70 l’attore Omar Sharif venne a Lanzarote per filmare “L’isola misteriosa“, visitò LagOmar, se ne innamorò e l’acquistò. San Benady, conoscendo la reputazione di Sharif come giocatore di carte, lo sfidò a giocare. Sharif accettò la sfida, non sapendo che Benady era anche un campione di bridge. Fu così che perse la casa.

Il complesso di LagOmar la sera si trasforma in un ristorante e in un locale dove trascorrere una piacevole serata.

Giorno 7: Teguise e si torna a casa!

Eccoci arrivati all’ultimo giorno di vacanza. Lasciato con tutta calma il nostro appartamento (check out entro le ore 12, che comodità!) e caricata l’auto ci siamo messi in marcia verso la città di Teguise. Devi sapere infatti che la domenica mattina si tiene qui il mercato con bancarelle e prodotti tipici dell’isola. Un’idea carina per trascorrere le ultime ore a Lanzarote.

Situata nell’area nord-est, la città è stata uno dei primi villaggi fondati nelle isole Canarie. Capitale di Lanzarote fino al 1847, conserva oggi una serie notevole di edifici di grande valore storico e artistico. Merita una passeggiata e magari un pranzo veloce prima di riprendere il cammino.

Il mercato

Mancava sempre meno al nostro volo di ritorno, ma avevamo ancora un paio d’ore da poter trascorrere tra i panorami di Lanzarote… e allora perché non fare una capatina al nord, sulle spiagge di lava del Caleton Blanco, nome perfetto per la sabbia caratteristica del luogo, bianca e pulita. Una piscina naturale di acqua cristallina occupa gran parte di questo paradiso tropicale punteggiato di lava vulcanica.

A questo punto potevamo salutare veramente l’isola e le sue meraviglie, il nostro on the road era giunto al termine. Arrivederci Lanzarote! 👋🏻

Noi!

Consigli: tirate le somme a fine avventura, ecco i miei consigli per un viaggio alla scoperta di Lanzarote.

Auto: avere un’auto a disposizione è fondamentale per muoversi sull’isola in totale libertà. Puoi noleggiarla direttamente in aeroporto. Noi abbiamo chiesto ovviamente anche un seggiolino per la piccola Alice.

Strade: le strade a Lanzarote sono fantastiche! Muoversi sull’isola da una parte all’altra è un’avventura dentro l’avventura. Oltre che molto rilassante.

Mirador: sull’isola sono presenti diversi mirador che offrono panorami spettacolari. Il bello è girovagare senza meta e fermarsi non appena se ne avvista uno…

Food: ci siamo sempre trovati molto bene lato cibo, ma ci tengo a consigliare il ristorante sotto il nostro appartamento, Nino Salvaje. Oltre alla modernità del locale, abbiamo apprezzato il cibo molto particolare. Un esempio: polipo alla brace con salsa di midollo. Non credevo ma… wow!

Clima: viaggiando a inizio dicembre abbiamo trovato un ottimo clima. Le temperature erano costanti, circa 18-19 gradi sempre. Ciò che variava è stato il vento. A volte può essere fastidioso, per questo consiglio di avere sempre a portata di mano una giacca leggera o una felpa. In ogni caso niente abbigliamento invernale. E ricorda il costume!

Aeroporto: si trova vicinissimo la città di Arrecife, che noi abbiamo scelto come base per il pernotto. Ma arrivare in qualunque altro punto dell’isola non porta via troppo tempo, quindi è possibile soggiornare ovunque.

Viaggiare con i bambini: tutto ciò che abbiamo fatto o visto a Lanzarote lo abbiamo fatto in tre senza alcun problema, ad eccezione di Cueva de los Verdes. Trattandosi di una grotta sotterranea ho preferito scendere da sola per la visita (e lasciare Alice con il papà in auto). La visita infatti avviene solo in gruppo e solo con la guida, in caso di pianti improvvisi ad esempio non è possibile allontanarsi o restare indietro rispetto al gruppo. Inoltre la grotta è buia e in alcuni tratti si deve camminare accucciati. Per tutto il resto invece non abbiamo riscontrato particolari problemi. Consiglio di portate con sé un passeggino leggero e un marsupio se viaggiate con neonati (fondamentale).

Come prenotare: Wizzair, Airbnb

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Rotolando verso sud: Puglia

Dove: Puglia, Italia 🇮🇹

Come: La nostra prima vacanza in tre!

Quando: Settembre 2021.

Budget: €€

Durata: 14 giorni on the road.

Il 30 giugno 2021 la nostra famiglia di viaggiatori si è allargata e la piccola Alice ha deciso di arrivare finalmente tra noi 🎀 💕. Benvenuta piccola esploratrice! Essendo fine giugno abbiamo deciso di attendere un paio di mesi prima di metterci in viaggio seriamente e dopo una vacanza test in Trentino (in agosto, test pienamente superato) era giunto il momento di partire per la nostra prima avventura in tre e on the road. Destinazione: Puglia!

L’idea di un viaggio in auto verso sud mi era venuta in mente durante gli ultimi mesi di gravidanza e all’epoca mi era sembrata davvero un’idea super easy 😎. “Ma che sarà mai” pensavo… Inoltre io e @divenirio non eravamo ancora stati in terra pugliese… quindi perché non approfittarne? Una volta diventata mamma però sono stata assalita da mille dubbi: si potrà viaggiare in auto per così tante ore con una neonata? Soffrirà il caldo? Piangerà tutto il tempo? Dopo essermi consultata con alcune mamme, letto di altre esperienze e desiderosi di partire per qualche giorno di relax ci siamo decisi. Per fortuna tutto è filato liscio come l’olio e Alice si è adattata perfettamente al nostro tour. Voglio quindi rassicurare tutte le neo mamme: con i giusti accorgimenti e un po’ di pazienza si può viaggiare anche con i nostri piccoli tesori.

Tramonto pugliese

E allora Puglia arriviamo! Essendo però il nostro primo viaggio in tre abbiamo deciso di dedicare il tempo a solo due tappe in due settimane, per evitare troppi spostamenti: la Valle d’Itria e la costa del Gargano.

La Valle d’Itria

La Valle d’Itria è una porzione di territorio della Puglia centrale a cavallo tra Bari e le province di Brindisi e Taranto. La principale attrazione della valle sono i famosi trulli, le tipiche abitazioni in pietra a forma di cono, le masserie e il paesaggio rurale in genere caratterizzato dal terreno di colore rosso e dalle distese infinite di ulivi.

Dove dormire allora se non in un tipico trullo? Grazie ad Airbnb ho trovato una stupenda sistemazione a Castellana Grotte: un trullo immerso in un campo di ulivi, con piscina privata e cucina esterna. La nostra base per questa prima settimana, un’oasi di pace tutta per noi! Cerca online Trullo Roverella e dai un’occhiata…

Mi sento di consigliare questa sistemazione a chi viaggia in famiglia o a chi viaggia con bambini piccoli. Il trullo infatti è dotato di un letto matrimoniale posizionato su un soppalco e di un divano letto al piano terra che può ospitare fino a due persone. Troviamo poi una cucina e un bagno con vasca e doccia e si trova vicino alle principali attrazioni che abbiamo visitato durante la nostra settimana di permanenza, tutte ad una distanza massima di un’ora. Senza tralasciare poi la comodità di avere un’area esterna tutta per noi, per rilassarci la mattina dopo colazione o la sera prima di cena. Ho preferito optare per una casa privata piuttosto che un hotel, essendo la prima esperienza di viaggio con una neonata, in questo modo abbiamo potuto vivere questa vacanza con i nostri tempi e senza fretta. Per non parlare del silenzio e della tranquillità in cui era immersa la casa… un sogno! 🤩

Una volta trovata la base di appoggio, cosa vedere nei dintorni? Sicuramente Alberobello, la famosa città disseminata di trulli con ben cinque siti patrimonio UNESCO, i famosi borghi di Locorotondo e Cisternino, Polignano a Mare, per fotografare la ben nota spiaggia. E poi ancora Ostuni, la città bianca, e Monopoli, che non mi aspettavo fosse così piacevole da visitare. Consiglio alle neo mamme di munirsi di un marsupio per camminare con più facilità tra i vicoletti di queste cittadine fatte di molti scalini (i passeggini sarebbero di intralcio! 😅).

Una menzione a parte merita Matera, che ovviamente non si trova in Puglia, ma che abbiamo deciso di inserire in questo tour vista la vicinanza con la nostra base (1h di auto). Non potevamo perdere l’occasione di visitare la città dei Sassi Patrimonio Mondiale UNESCO.

Matera è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. […] Matera è la città dei Sassi, il nucleo urbano originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano.

http://www.basilicatanet.com/

I Sassi di Matera sorgono su uno dei versanti di un canyon scavato nel tempo dal torrente Gravina. Sull’altro versante si estende invece il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano anche conosciuto come Parco della Murgia Materana. Abbiamo deciso di visitare la città nel tardo pomeriggio e devo ammettere che è stata un’ottima scelta. Da un lato abbiamo evitato le ore del giorno più calde (anche a settembre fa molto caldo) e dall’altro, essendo il nostro anniversario, volevamo trascorrere qui la serata e cenare tra i sassi. ❤️ Un’atmosfera davvero romantica.

Gargano

Terminata la nostra prima settimana era tempo di spostarci verso quella che sarebbe stata la seconda parte della nostra vacanza in famiglia, il Gargano. A malincuore, era giunto il momento di lasciare il nostro meraviglioso trullo… ma niente paura, una nuova super sistemazione ci stava attendendo! Anche in questo caso abbiamo trovato un alloggio tramite Airbnb, non più una casa, ma una singola stanza adiacente l’abitazione della signora Carmela, a Peschici. La stanza non era molto grande ma aveva tutto il necessario per un soggiorno tranquillo… il vero pezzo forte però era sicuramente la posizione, a picco sul mare e lontano dal trambusto del centro cittadino. Un’ottimo spot per ammirare i tramonti.

Peschici

Questa parte della Puglia viene considerata una delle più ricche di habitat differenti e biodiversità. Il motivo risale alla conformazione morfologica dello “sperone d’Italia” e alla sua storia:

Quando cominciarono ad emergere gli Appennini – e stiamo parlando di centinaia di milioni di anni fa – il Gargano non c’era ancora, o meglio era solo un’isola, separata dal continente. Solo più tardi il promontorio si sarebbe congiunto alla terra ferma formando l’inconfondibile “sperone”, ma l’origine “isolana” della zona ha comunque segnato l’evoluzione ambientale dell’area, con il suo cuore verde, ma pure con un mosaico di laghi costieri, una collana di isole dirimpetto e un deserto di pietra alle spalle che solo in condizioni isolate avrebbero potuto formarsi.

https://www.parcogargano.it/servizi/notizie/notizie_homepage.aspx

Al suo interno sorge il Parco Nazionale del Gargano in Puglia, ampio circa 118mila ettari, dove si trovano più del 35% delle specie botaniche italiane. Istituito a inizio anni ’90, vanta il primato nazionale della biodiversità, con un’incredibile concentrazione di forme viventi in un’area pari appena all’1% dell’intero territorio italiano. Qui si incontrano infatti scenari appartenenti alla foresta, al mare e alla montagna. Da visitare in tranquillità in bici, moto o auto come abbiamo fatto noi, ricordandoti di fermarti di tanto in tanto per ammirare il panorama o acquistare prodotti tipici, ad esempio l’olio locale.

Girovagando da queste parti non può mancare una visita alla città di Vieste e alla sua spiaggia Pizzomunno, un imponente monolite in pietra calcarea alto 25 metri, dove abbiamo trascorso una piacevole giornata di mare. È situato all’inizio della spiaggia a sud del centro abitato e per la sua imponenza sembra ergersi a guardia di Vieste, mentre per il suo fascino è diventato il simbolo stesso della cittadina garganica. Conosci la leggenda?

Si racconta che al tempo in cui l’attuale città era solo un villaggio composto da sparute capanne ed abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Sempre nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, con i lunghi capelli color del sole di nome Cristalda. I due giovani si innamorarono, amandosi perdutamente senza che niente potesse separarli. Pizzomunno ogni giorno affrontava il mare con la sua barca e puntualmente le sirene emergevano dai flutti marini per intonare in onore del pescatore dolci canti. Le creature marine non si limitavano a cantare, ma prigioniere dello sguardo di Pizzomunno gli offrirono diverse volte l’immortalità se lui avesse accettato di diventare il loro re e amante.

L’amore che il giovane riversava su Cristalda, però, rendeva vane le offerte delle sirene. Una delle tante sere in cui i due amanti andavano ad attendere la notte sull’isolotto che si erge di fronte alla costa, le sirene, colte da un raptus di gelosia, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondità del mare. Pizzomunno rincorse invano la voce dell’amata. I pescatori il giorno seguente ritrovarono il giovane pietrificato dal dolore nel bianco scoglio che porta ancora oggi il suo nome. Ancora oggi ogni cento anni la bella Cristalda torna dagli abissi per raggiungere il suo giovane amante e rivivere per una notte sola il loro antico amore.

https://www.turismovieste.it/il-pizzomunno

Nel 2018 la leggenda viene portata anche a Sanremo da Max Gazzè nella canzone “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” a cui è stata dedicata la scala dell’amore ❤️.

E a proposito di amore, non può mancare una passeggiata lungo il Sentiero Natura Mergoli-Vignanotica, detto anche Sentiero dell’amore per gli scorci romantici che offre a chi passeggia. È considerato uno dei sentieri più affascinanti e panoramici di tutto il Gargano e si snoda tra le due spiagge più famose e belle, la baia di Vignanotica e quella di Mergoli detta anche Baia delle Zagare. Noi ci siamo avventurati solo per un piccolo tratto e siamo tornati indietro per il troppo caldo (abbiamo sbagliato del tutto l’orario 🤪), ma il sentiero sembra essere davvero bello e facile da percorrere. E che vista!

Baia delle Zagare

La Baia delle Zagare ha infatti conquistato numerose volte le copertine dei più importanti magazine di viaggio italiani e stranieri ed il portale Skyscanner la indica come “una delle 10 spiagge più belle d’Italia”. Vale la pena visitarla!

L’amore ha fatto da tema al nostro viaggio in Puglia e verso la fine della nostra vacanza abbiamo visitato quello che viene definito il paese di San Valentino, Vico del Gargano. Classificato come uno dei Borghi più belli d’Italia, si caratterizza per un piccolo angolo suggestivo, ritrovo per coppie di innamorati, il famoso vicolo del bacio: una stradina estremamente stretta da percorrere, larga non più di 50 cm e lunga circa 30 m, dove gli innamorati sono costretti a “sfiorarsi” per potervi passare. Il vico costituisce una delle viuzze più romantiche del piccolo centro garganico che non a caso ha San Valentino come suo protettore.

Termina così questa esperienza tutta italiana, alla scoperta di una regione a mio avviso ricca e affascinante che desideravamo visitare da tempo. Già non vediamo l’ora di tornare!

Consigli: per questo viaggio i nostri consigli sono tutti a tema food (e non poteva essere diversamente). Nella regione del Gargano abbiamo infatti provato un paio di locali conosciuti tramite una puntata del format 4 Ristoranti che meritano sicuramente una visita.

Camavitè, sugli scogli tra Peschici e Vieste, è un locale dalla doppia anima: lounge bar di giorno, diventa ristorante la sera. Qui abbiamo pranzato su un tavolino a picco sul mare e abbiamo assaggiato le cozze ripiene più buone del mondo! E Al Trabucco da Mimì, sulla Punta di San Nicola, il nostro ristorante preferito nonché vincitore della puntata di Borghese, dove invece abbiamo cenato al tramonto all’interno del Trabucco. Un sogno! Consigliamo la prenotazione.

Al Trabucco da Mimì

E per finire non può mancare un giro al Vecchio Frantoio in centro a Peschici per acquistare olio e prodotti locali. Sicuramente dei regali graditi da portare a casa!

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2 idee per un Weekend in Toscana

Dove: Toscana, Italia 🇮🇹

Come: Weekend di coppia (anzi, in 3!).

Quando: Ottobre 2020 – Maggio 2021.

Budget: €€ – €€€

Durata: 3 giorni per ogni weekend.

Il 2020 non lo ricorderemo certo per l’anno dei viaggi 😔 alcuni tra i nostri piani sono saltati e alcuni dei tour programmati sono stati cancellati. La nostra voglia di viaggiare però è rimasta sempre la stessa, così ci siamo organizzati con qualche weekend fai da te in Italia, non appena ci è stato possibile partire. Anche perché a settembre 2020 ho scoperto che la nostra famiglia si sarebbe presto allargata, era in arrivo una nuova esploratrice, Alice! 🥰

A ottobre 2020 e a maggio 2021, rispettivamente al primo e al nono mese di gravidanza, siamo allora partiti in auto per qualche giorno di svago e relax. Direzione Toscana. Ecco che cosa abbiamo organizzato.

Weekend 1 – Tour tra Lucca, Volterra e San Gimignano

La prima proposta di weekend la possiamo definire on the road e tocca 3 città della Toscana che nessuno di noi aveva ancora mai visitato. Primo stop: la città di Lucca. Abbiamo soggiornato in un B&B situato appena dentro le mura cittadine, molto carino e super organizzato, comodo anche se si arriva in auto, con un piccolo parcheggio davanti l’edificio (a pagamento). Si tratta di Inside the wall Santa Maria, trovato per caso curiosando su Booking. In pieno periodo COVID abbiamo ricevuto le istruzioni per accedere alla nostra stanza via messaggio e al nostro arrivo una busta con la chiave era pronta alla reception. Non ho incontrato praticamente nessuno fino al momento del check-out, per il pagamento, ma le informazioni non sono certo mancate: in stanza era infatti presente una guida e qualche consiglio utile sulla città. La nostra camera si affacciava direttamente su una piazza ed era molto carina e pulita. Direi più che approvata!

Posati i bagagli, abbiamo iniziato a gironzolare senza seguire un itinerario preciso. Lucca la possiamo infatti definire una piccola cittadina, visitabile tranquillamente in una sola giornata. La prima attività che abbiamo fatto e che ti consiglio di prevedere è stata quella di salire sopra le antiche mura (l’accesso si trova proprio fuori il B&B) per ammirare la città dall’alto. Le mura si sono infatti preservate perfettamente nonostante la modernizzazione, al contrario di quelle di altri paesi in Toscana come ad esempio la stessa Firenze, e da quando non svolgono più un ruolo militare sono diventate un’importante area pedonale perfetta per lunghe e piacevoli passeggiate. A rendere ancora più gradevole il tutto, una fila di alberi disposti lungo il percorso e un giardino… in poche parole ci siamo ritrovati in un vero e proprio parco urbano! Qui è possibile organizzare una bella gita in bicicletta, una passeggiata gustando un buon gelato o semplicemente godere di un momento di risposo sulle panchine situate lungo tutto il sentiero principale.

Il Duomo di Lucca

Qualche altra tappa obbligatoria? Sicuramente il Duomo della città con la piazza annessa e le famose torri. Non so se lo sapevi, ma c’è stato un tempo, nel Medioevo, in cui a Lucca c’erano ben 250 torri di ogni dimensione! Oggi purtroppo ne restano solo due: la Torre Guinigi e quella “delle Ore”, entrambe visitabili.

E per finire la giornata in bellezza, non può mancare un giro nella Piazza Anfiteatro, costruita a partire dal 1830 dall’Architetto Nottolini, che riprende l’antico tracciato dell’anfiteatro romano. La sua particolare forma chiusa la si percepisce dal centro ed è dovuta all’assenza di grandi ingressi. L’accesso avviene infatti da quattro piccole porte a volta e il punto di intersezione tra le 4 porte è indicato da una mattonella in ceramica al centro della piazza stessa. I negozi, i locali, i tavolini all’aperto dei bar e il mercato settimanale ne fanno il cuore di Lucca, punto obbligato per una pausa aperitivo ad esempio. 🍹

Uno degli ingressi alla piazza

Lasciata la città di Lucca dopo una veloce colazione (non prevista dalla struttura ma poco male: la stanza era dotata di una macchinetta per il cappuccino, mentre un baretto per le brioches si trovava appena sotto), siamo partiti alla volta di San Gimignano.

Il tragitto è stato breve, circa 1 oretta e mezza, e molto piacevole, tra le colline toscane. Arrivati a destinazione il punto più dolente è stato come sempre in questi piccoli borghi il parcheggio: abbiamo cercato una soluzione economica, ma ovviamente tutti i posti free erano già occupati e così ci siamo dovuti adattare lasciando l’auto nel parcheggio fuori le mura, a pagamento. Devo ammettere però molto comodo se hai diversi bagagli da trasportare! Nonostante fossimo in Toscana per un solo weekend, avevamo 3 trolley, quindi la scelta è stata davvero felice per noi. Abbiamo soggiornato in un hotel situato poco dopo l’ingresso della città, Hotel Bel Soggiorno. Ho scelto questa soluzione per la super vista che si può godere dal ristorante e dalla sala colazione, incredibile davvero (guarda tra le foto della struttura). La nostra stanza non era molto grande, ma era pulita e arredata con gusto. L’hotel si trova sulla via principale di San Gimignano, decisamente un buon punto di partenza per esplorare la città.

Un breve cenno storico: nel 1282 il governo promulgò una legge che impediva di abbattere le vecchie case, se non per costruirne di più belle. La cittadina è quindi rimasta oggi quasi identica alla San Gimignano medievale. 🤩 Purtroppo però delle 72 torri esistenti (una per ogni famiglia benestante) costruite nel medioevo, oggi ne restano solo 13. Nonostante questo, l’effetto per chi arriva dalle colline toscane è semplicemente emozionante! La città rappresenta sicuramente un piccolo gioiello, vale la pena perdersi tra i vicoli, le piazze, le chiese e i musei per assaporarne la magia, soprattutto la sera. Sicuramente un punto che mi sento di consigliare per una visita è la Rocca di Montestaffoli, costruita per difendere San Gimignano dagli attacchi di Siena dopo la sottomissione a Firenze. Potrai godere di una bella vista.

Nel pomeriggio abbiamo deciso di lasciare la città per una visita alla vicina Volterra. La strada è breve, circa 30 minuti, ma ne vale decisamente la pena, anche solo per una passeggiata o una pausa caffè.

Verso Volterra

Il nostro weekend in Toscana stava per giungere al termine, ma sulla strada verso casa abbiamo deciso di spostarci in direzione del mare e di visitare le famose “spiagge bianche ” di Rosignano Solvay che spesso mi era capitato di vedere online o in qualche scatto sui social. Qui le spiagge sono infatti note per il colore bianco che ricorda alcune mete tropicali, ma nulla a che vedere con i Caraibi! Il fenomeno è infatti artificiale, dovuto agli scarichi di una industria locale, che nel corso degli anni hanno portato alla comparsa di questa particolare colorazione della sabbia. Lo stabilimento si trova infatti ad un solo chilometro dalla costa ed è ben visibile… Ci siamo fermati giusto per curiosità e per vedere questo strano fenomeno con i nostri occhi. Decisamente no bagno in mare (anche se molti lo fanno senza porsi troppe domande) ❌ Se vuoi saperne di più su questo tratto di costa puoi leggere questo articolo.

Weekend 2 – Relax in Maremma

Il secondo fine settimana che ho organizzato, all’inizio del mio nono mese di gravidanza, è stato decisamente più a tema relax. Cercavo infatti una struttura sul mare, dove poter oziare e rilassarci magari sotto il sole di maggio ☀️ Volevo trovare qualche idea carina per festeggiare la quasi fine della mia gravidanza. E così siamo finiti a Follonica, più precisamente al The Sense Resort. Perché ho prenotato proprio questa struttura? Anche in questo caso è stata una scelta casuale, mi sono come sempre affidata a Booking e alle recensioni positive che ho trovato, ma devo ammettere che abbiamo davvero fatto centro! Il resort è nuovo (aperto nel 2020), costruito dentro una pineta e affacciato direttamente sul mare. La location perfetta che stavo cercando.

Ero decisa a trascorrere in hotel tutto il nostro tempo, per non affaticarmi troppo visto il mio stato e la panzotta sempre più grande, ma il tempo non è stato sempre così clemente e abbiamo dovuto organizzarci anche con altre attività. Il primo giorno l’abbiamo quindi trascorso nell’area piscina, godendoci il sole di fine maggio e approfittando dell’acqua riscaldata per un tuffo e così anche il terzo, la domenica, trascorsa in relax in riva al mare sui lettini della struttura. Il sabato invece, complice un po’ di pioggia e il cielo coperto, ci siamo diretti in auto alla scoperta del Monte Argentario.

Del resort posso solo spendere delle belle parole: lo staff è eccezionale, molto attento e premuroso verso i clienti, la location è molto bella e ampia, è possibile passeggiare nella pineta, in spiaggia o oziare nelle varie aree relax senza annoiarsi mai. Il fiore all’occhiello però è sicuramente rappresentato dal ristorante, sia per la colazione che per la cena o un pranzo veloce (noi le abbiamo provate tutte). Infine la stanza: moderna, ben arredata e pulitissima. Insomma, nonostante il costo non sia certo a buon mercato (circa 160 euro/notte con colazione, a maggio) ne vale decisamente la pena!

Consigli: all’interno del resort il parcheggio è gratuito. Se puoi, richiedi una stanza vista mare per godere dei tramonti toscani direttamente dal balconcino della tua camera!

Come prenotare: Booking, The Sense Resort.

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Croazia on the road

Dove: Istria e Dalmazia, Croazia 🇭🇷

Come: Viaggio di coppia, in auto, fai da te.

Quando: Agosto 2020.

Budget: €€

Durata: 15 giorni.

Agosto 2020, avevamo decisamente altri piani in mente (ritornare alle Maldive ad esempio…), ma la situazione COVID-19 e le restrizioni imposte dal Governo Italiano non ce lo hanno permesso. Così, pochi giorni prima della partenza, ho dovuto pensare ed organizzare un piano B del tutto nuovo.

Non ci crederai, ma un anno fa, tornata dal super viaggio USA on the road ho pensato: L’anno prossimo organizzerò qualcosa di più vicino a casa, che ne so, in Croazia! E così effettivamente è stato 😎 quando si dice il destino… Non volevo però visitare solo una destinazione, lo sai che preferiamo muoverci ed esplorare quanto più possibile. Da qui nasce l’idea della Croazia on the road.

Istria

La prima tappa del nostro viaggio è stata la città di Pula, una città in Istria, situata a circa 5-6 ore da casa. Il viaggio Italia-Croazia è stato tranquillo, traffico scorrevole, e alle 11:30 @divenirio era già stravaccato nella piscina dell’hotel! 🤣 Abbiamo deciso di fermarci qui qualche giorno (3 in totale) per riposarci dal viaggio in auto e scoprire qualcosa nei dintorni. Tra tutte le città della Croazia visitate durante questo viaggio, Pula è stata la più bruttina, anche se presenta delle chicche degne di nota, come l’anfiteatro romano, l’Arena di Pula, costruito sulla via principale (la Via Flavia) che un tempo portava direttamente ad Aquileia e Roma, o il Tempio di Augusto, originariamente dedicato alla dea Roma e successivamente all’imperatore, completamente costruito in marmo bianco.

Situata nell’estremo sud della penisola Istriana, la città offre però bellissimi paesaggi naturali e si trova nelle vicinanze del Parco Naturale Kamenjak che abbiamo deciso di visitare in una giornata. Si tratta a sua volta di una piccola penisola, vicino alla località di Premantura, dal 1996 zona protetta. Il Parco è attraversato per tutta la sua lunghezza da una strada sterrata, dalla quale si diramano numerosi sentieri secondari che portano fino al mare. L’ingresso costa circa 10 euro con auto e il biglietto vale dalla mattina fino alla chiusura. Al suo interno ci sono un paio di bar interessanti per il pranzo o per una birretta fresca, io ti consiglio il Portich Beach Bar.

Spiaggia nel Parco Kamenjak

Hotel: partiamo subito con una bellissima sistemazione, Mondival Residence, un mix tra hotel e appartamenti 4 stelle, un edificio completamente realizzato in pietra bianca e posizionato strategicamente su una collina dove ammirare i super tramonti di Pula! Abbiamo scelto l’opzione camera matrimoniale classica, direttamente sulla piscina (apri la finestra e ti tuffi). Ci siamo trovati molto bene, tutto è stato estremamente pulito e la colazione ottima. Forse un pochino caro per quello che realmente offre, ma il parcheggio era gratuito e lo stile simil Ibiza ci ha fatto davvero rilassare… (Leggi la mia recensione completa).

Inoltre l’hotel è vicino al centro della città, se non vuoi usare l’auto puoi tranquillamente scendere a piedi. Nelle vicinanze ti consiglio un ristorante locale, il Kod Kadre; vieni qui e ordina i Ćevapčići! Inoltre, sulla strada verso la seconda tappa di questo on the road puoi decidere di fermarti nella carinissima Rovigno, cuore turistico dell’Istria, magari per un pranzo veloce o per un giro nel centro storico, racchiuso all’interno delle sue mura veneziane. La città vecchia, dominata dall’imponente Chiesa di Sant’Eufemia, ti incanterà con le sue viuzze strette, i suoi scorci panoramici, la sua atmosfera romantica e un po’ sonnacchiosa.

Parco Nazionale dei laghi di Plitvice

Era tempo di salutare temporaneamente il mare per dirigerci verso la montagna e l’entroterra, e nello specifico verso un parco naturale che sognavo di visitare da 20 anni (e non sto scherzando), il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice. Si tratta di una riserva forestale di ben 295 km² nella Croazia centrale, divenuta celebre per una catena di 16 laghi terrazzati collegati da cascate, che si estendono in un canyon calcareo. Le passerelle in legno e i sentieri escursionistici si snodano intorno ai laghi, mentre una barca elettrica collega i 12 laghi superiori e i 4 laghi inferiori. Questi ultimi ospitano la Veliki Slap, una cascata di ben 78 metri!

Il processo di sedimentazione del calcare, responsabile della formazione delle barriere tufacee e dei laghi, rappresenta un valore unico e universale. Per questo motivo i Laghi di Plitvice, il 26 ottobre 1979, sono stati iscritti nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

np-plitvicka-jezera.hr/

Peccato che il giorno della nostra visita il clima non è stato clemente e ha piovuto incessantemente per tutto il percorso! Ti dirò, che figata… 😝 Il parco era semi vuoto, diciamo tutto per noi, e la natura la faceva da padrona. Abbiamo scelto il percorso intermedio della durata di circa 4 ore, per niente impegnativo (non ci sono salite o altro) e percorribile sulle passerelle in legno e sui sentieri tracciati. Impossibile perdersi. Nel costo del biglietto è compreso anche il tragitto in traghetto che ti porta dai laghi inferiori a quelli superiori, per poi tornare indietro via strada, tramite un bus gratuito. All’interno ci sono diverse postazioni dove mangiare delle quali non abbiamo usufruito se non per un caffè, avevamo infatti il pranzo al sacco.

Hotel: abbiamo soggiornato in un hotel di recente costruzione, poco distante dall’ingresso del parco, il Plitvica Kuka D. Più che un hotel si tratta di due casette molto carine costruite una a poca distanza dall’altra nel bel mezzo del nulla! Sistemazione assolutamente consigliata: prezzo onesto, camera spaziosa e pulitissima, doccia enorme, colazione inclusa (la colazione è stata servita in camera, in un cestino di vimini, con all’interno caffè, succo, frutta e due super panini che abbiamo portato con noi durante la nostra escursione).

Plitvica Kuka D – Foto: Booking.com

Pag

Lasciata la montagna e la pioggia alle nostre spalle, qualche chilometro dopo il paesaggio è cambiato radicalmente. Benvenuto nella brulla isola di Pag! Tra tutte le destinazioni visitate durante il nostro tour, questa è stata senza dubbio la mia preferita: un’isola a tratti deserta, a tratti ricoperta da una fitta vegetazione composta in prevalenza da alberi di ulivo, battuta dal vento e soleggiata. Un paesaggio quasi lunare… Per non parlare poi dei super tramonti! 😍 L’isola è collegata alla terraferma tramite traghetto nella parte più a nord, ma, arrivando noi dalla montagna (Plitvice), abbiamo preferito scendere più a sud ed entrare tramite il ponte che collega Pag direttamente alla costa.

Il ponte dell’isola fu inaugurato il 17 novembre 1968 e all’epoca era uno dei dieci ponti più grandi del mondo e Pag era la prima grande isola croata collegata alla terraferma.

Abbiamo deciso di restare qui per 4 giorni pieni, per goderci finalmente il sole e il mare, oltre che le varie spiagge che l’isola offre. Consiglio vivamente di avere un’auto a disposizione (o uno scooter) per potersi spostare in tranquillità e scovare angolini nascosti dove fare un bagno. Da segnalare la spiaggia di Ručica, una spiaggia di ghiaia e ciottoli considerata una tra le più belle del Mediterraneo, raggiungibile in auto attraverso una stretta strada sterrata che degrada poi dolcemente verso il mare. I giovani di tutta Europa invece vengono a Pag per trascorrere le loro notti in discoteca al suono della musica più trendy o per partecipare ai seguitissimi festival di musica elettronica sulla famosa party beach di Zrće. Ci siamo stati anche noi per un aperitivo al tramonto in spiaggia, ma non siamo entrati nelle discoteche sia per il periodo poco felice, che per il costo (ogni discoteca è a pagamento mentre la spiaggia in sé è accessibile a tutti).

Le acque cristalline di Pag

Non puoi lasciare Pag senza aver assaggiato il pecorino tipico dell’isola, il Paški Sir: il latte delle pecore locali, che si nutrono di magre erbe salmastre, e la stagionatura in contenitori di pietra gli conferiscono un sapore particolare, piuttosto marcato. Buonissimo! E si tratta anche di un prodotto premiato: il formaggio di Pag è stato infatti riconosciuto come il migliore formaggio di pecora del mondo ai Global Cheese Awards del 2017 nel Somerset, Regno Unito.

Sull’isola consiglio anche un viaggio alla scoperta della parte più a nord, fino agli oliveti di Lun:

Gli oliveti di Lun fanno del paese un posto unico dell’isola di Pag, ma anche del mondo. Tra 80.000 ulivi che si trovano nell’area di Lun, si distinguono circa 1.500 ulivi selvatici (lat. Olea Oleaster), con una altezza di 5-8 m ed un diametro di 20-80 cm. Gli esperti hanno stimato l’età di alcuni ulivi a più di 1.500 anni!

www.isola-pag-croazia.it/

Un posticino davvero molto carino dove poter provare l’olio e il formaggio locale lo abbiamo trovato quasi per caso, scendendo verso il mare lungo una stradina stretta dell’isola, durante il nostro girovagare a nord. Si tratta di Bravarica OPG, un piccolo bar/locanda dove fermarsi ad ammirare il tramonto e il sole che si getta direttamente in mare. Consiglio di ordinare anche la loro frittata con asparagi ed erbette a KM0 (nel vero senso della parola, le raccolgono poco più avanti, sugli scogli!) e di assaggiare il loro vino. Ah, qui il mare è davvero cristallino: fermati anche per un tuffo.

Hotel: sull’isola abbiamo soggiornato presso una stanza della Villa Ropus, a Novalja. Consiglio di scegliere questa cittadina al centro dell’isola come punto di appoggio in quanto troverai tutto ciò che ti serve: supermercati, locali, ottimi ristoranti e negozi. Se invece preferisci qualcosa di più tranquillo, puoi decidere di dormire a Pag città, a sud. La villa è molto bella, posizionata in centro, la camera piccolina ma aveva tutto il necessario e soprattutto pulita. Complimenti a tutto lo staff che si è dimostrato essere molto professionale e gentile (la villa è gestita dai figli dei proprietari), oltre che molto generoso: i ragazzi ci hanno sempre offerto qualcosa da bere (birra, spirits locali o caffè espresso) e alla nostra partenza ci hanno regalato una bottiglia di buon vino rosso.

Aggiornamento: leggi la nostra intervista dall’isola di Pag, pubblicata su Corriere della Sera!

Split

Lasciata Pag, ci siamo diretti verso la città di Split (Spalato), dove abbiamo soggiornato solo una notte in attesa di prendere il traghetto che ci avrebbe condotto verso l’isola successiva. Stiamo parlando della seconda città della Croazia per grandezza e importanza, nonché tappa imprescindibile del nostro on the road nella Dalmazia centro-meridionale. Vale certamente la pena fare una sosta per visitare il bellissimo Palazzo di Diocleziano, un magnifico esempio di architettura romana, una piccola città nella città, costruito in pregiata pietra bianca, che ha fatto da sfondo anche alla famosa serie Il Trono di Spade (come Mdina sull’isola di Malta, ricordi?).

Video: @Pablo Camacho

A dispetto del nome, non aspettatevi di visitare una reggia costituita da un unico edificio. Il palazzo di Diocleziano è più simile a una piccola cittadella costituita da due strade che si incrociano, formando quattro zone separate. La sua funzione originaria era un misto di residenza imperiale e fortezza militare; oggi all’interno del palazzo si possono contare più di 200 edifici, molti dei quali abitati o adibiti a negozi, bar o ristoranti. Costruito con la splendida pietra bianca di Brac ed altri marmi pregiati, che creano un suggestivo contrasto con il blu del mare sullo sfondo, il palazzo di Diocleziano è un labirinto in cui è un piacere perdersi per ore, esplorando ogni angolo e scorcio.

http://www.croazia.info/dalmazia/spalato/

Potevamo non assaggiare anche qui un buon bicchiere di vino locale? Se vuoi fermarti in un posticino davvero particolare, cerca la Marvlvs Library Jazz Bar, un jazz bar/libreria che si dice essere la casa natale del poeta più famoso dell’intera Croazia, oppure siediti nel peristilio del Palazzo, presso il Lvxor Kavana & Restoran, per una serata scandita dal ritmo della musica locale suonata dal vivo. Voto 10 per l’atmosfera.

Hotel: a Spalato abbiamo dormito solo una notte, in una stanza di un piccolo B&B ricavato all’interno di uno dei palazzi storici, il Bed & Atmosphere Rooms. La camera era carina e moderna, unico neo: niente ascensore e salire i piani di questi palazzi antichi con i nostri bagagli pesanti non è stato il massimo (anche perché essendo in pieno centro l’auto va lasciata nel parcheggio più vicino, a pagamento). La colazione era inclusa ma veniva servita in un ristorante poco distante: ottima e completa.

Brac

Altro giro, altra isola da visitare! Lasciata Split con il traghetto (circa 1 ora di viaggio), siamo giunti sull’isola di Brac, la più grande isola di tutta la Dalmazia. Sull’isola arrivano numerosi visitatori che desiderano vedere dal vivo la spiaggia più fotografata di tutta la Croazia, Zlatni Rat a Bol, detta anche il Corno D’Oro, in quanto composta da ciottoli che si protendono in una lingua verso il mare. L’aspetto interessante di questa spiaggia è che cambia in continuazione la sua forma, essendo sotto l’influenza dei venti, delle onde e delle correnti marine. Inoltre, a partire dalle ore pomeridiane, diventa il set di incredibili acrobazie di kitesurf! Assolutamente da vedere…

Nonostante questo richiamo, Brac è un’isola meno turistica e mondana rispetto alla vicina Hvar e rappresenta un’ottima scelta per chi cerca una meta facile da raggiungere, un mare pulito e un paesaggio naturale suggestivo fatto di pinete, macchia mediterranea e dirupi scoscesi. L’isola è inoltre conosciuta per aver fornito la pregiata pietra bianca per la costruzione del Palazzo di Diocleziano a Spalato e, secondo rumors locali, anche per uno degli edifici più famosi al mondo, la Casa Bianca. 😵

Sull’isola abbiamo trascorso 5 giorni, volevamo goderci un po’ di mare e tranquillità essendo anche la penultima tappa del nostro viaggio on the road. Un’intera giornata l’abbiamo dedicata alla scoperta delle numerose calette, accessibili tramite una piccola imbarcazione che è possibile noleggiare al porto di Bol. Quando dico piccola intendo davvero microscopica! Ma diciamo che ha svolto egregiamente il suo compito e abbiamo passato così una splendida giornata in mare soli soletti…

Il giorno seguente invece siamo andati alla scoperta delle isole vicine tramite un’escursione organizzata. Abbiamo così visitato Hvar, Vis, la famosa Blue Cave (o Grotta Azzurra) e la Stiniva Cove, un tempo grotta ora crollata e divenuta una celebre spiaggia (trovi qui la descrizione e i costi di un tour più o meno simile). Personalmente ho apprezzato molto la piccola isola di Vis, set del celebre musical Mamma Mia, ci risiamo! e meta ideale per una vacanza in totale relax. E la spiaggia alla Stiniva Cove, raggiungibile solo a nuoto dall’imbarcazione, ma davvero spettacolare (mi ha ricordato un pochino la spiaggia di Phi Phi Island).

Hotel: abbiamo soggiornato 4 notti presso una delle camere di Nono Ban. Questa sistemazione mi aveva incuriosita fin da subito, essendo non sul mare ma su di una collina, tra gli uliveti. La località è davvero molto tranquilla e isolata, la sera era visibile la via lattea in cielo! Sono però rimasta un po’ delusa per alcuni motivi:

  • in 5 giorni non ci hanno mai rifatto la camera; una volta puntualizzato questo aspetto si sono scusati, ma non capisco come ci si possa “dimenticare” di sistemare una camera
  • sul sito le stanze sono classificate come 4 stelle ma gliene darei 3 al massimo (in effetti il prezzo era più da tre che da quattro)
  • alcuni piccoli accorgimenti avrebbero reso il soggiorno più piacevole, come ad esempio sistemare le luci nel patio e all’ingresso che non hanno mai funzionato.

Peccato perché la location è da 10 (si tratta di piccole casette costruite con la pietra locale), il ristorante 10+ (tra l’altro servono un ottimo gin tonic! 🤩 ) e lo staff è molto gentile. Un piccolo sforzo e diventerebbe perfetto. Lo consiglio comunque perché si spende il giusto e la camera è davvero molto grande.

Camera doppia con patio scelta da noi. Foto: villas-croatia-nonoban.com/en

Zadar

Ultima tappa del nostro tour in Croazia, la città di Zadar. Abbiamo scelto questa meta per due motivi: 1- volevamo spezzare il viaggio di ritorno verso casa con una tappa intermedia e 2- visitare un altro parco naturale, quello delle isole Kornati, raggiungibile per l’appunto da questa città. Prima però di raggiungere la nostra ultima destinazione (ed essendo anche il compleanno di @divenirio), abbiamo deciso di fare una piccola deviazione lungo il percorso e di passare la giornata al Parco Nazionale di Krka. Si tratta di uno dei più bei parchi della Croazia, meno scenografico di Plitvice, ma altrettanto bello da visitare. E dettaglio da non sottovalutare: in una delle vasche naturali create dal fiume è possibile fare il bagno durante i mesi estivi, sotto la grande cascata. Potevamo farci scappare questa ghiotta occasione?

Anche in questo caso il parco è visitabile attraverso delle passerelle in legno e dei sentieri tracciati che portano alla piscina naturale e alla cascata. Munirsi di scarpette per gli scogli! Puoi depositare la borsa e altri oggetti personali in alcune cassette di sicurezza, a pagamento. Un consiglio: se entri dal piccolo borgo di Skradin è possibile percorrere il fiume in barca e approfittare di questa escursione circondati da uno stupendo panorama naturale. Purtroppo noi siamo entrati dalla direzione opposta (Lozovac), arrivando in auto da Split.

Arrivati a Zadar, abbiamo depositato i bagagli e cercato un parcheggio vicino alla nostra stanza in modo tale da avere il tempo necessario per goderci il famoso tramonto sul lungomare. Famoso perché oltre ad essere un bellissimo tramonto, qui è stato costruito l’Organo Marino, il primo organo al mondo ad essere suonato dal mare. Sì, hai letto bene! Si tratta di un organo formato da 35 canne di diversa inclinazione, forma e lunghezza che grazie al moto ondoso dell’acqua producono suoni continuamente diversi, modulati secondo sette accordi e cinque tonalità. Cosa c’è di più straordinario della dolce luce del tramonto accompagnata dalla musica, suonata dalle onde?

Fate in modo di arrivarci mentre viene sera, poi chiudete gli occhi. Siamo sul molo di Zara, la meno nota fra le città d’oro del litorale croato, insieme a Spalato e Dubrovnik. Ancona è lì di fronte, superato l’Adriatico che qui scintilla calmo tra una miriade di isole. C’è una scalinata di pietra bianca, si sentono le voci di chi passa. Restate a occhi chiusi, però, e non abbiate fretta. La riconoscerete dopo un po’, dalla sua dolcezza. È la sinfonia delle onde del mare, fatta di suoni lievi e malinconici.

http://www.vanityfair.it

Anche in virtù di tutto questo, tornano attuali le parole di Alfred Hitchcock, il quale, in visita in città nel maggio del 1964, rimase incantato ammirando il crepuscolo dalla sua stanza d’albergo. “Questo è il più bel tramonto del mondo” disse. Possiamo dargli torto?

Ma lo spettacolo continua… Poco lontano, infatti, il molo prende vita in un cerchio di luci colorate, soffuse, che illuminano la notte. Le luci si muovono e giocano, in armonia con i suoni del mare. Capita ogni sera e si chiama Saluto al Sole. Fino a qualche tempo fa, questo lato della città era una zona degradata e priva di ogni interesse; oggi, grazie all’opera dell’architetto croato Nikola Bašić, il molo di Zara ospita due installazioni uniche, parte di un progetto di riqualificazione che ha dato all’area una nuova identità.

Parco Nazionale delle isole Kornati

Devi sapere che io a Zadar ero già stata circa 20 anni fa 😱 Ero stata in visita in città e avevo soggiornato sull’isola di Ugljan, approfittando poi della vacanza per visitare il Parco Nazionale delle isole Kornati. Così ho deciso di tornarci per ri-vedere insieme a @divenirio questo spettacolo della natura: + di 100 isole che coprono un’area di 320 kmq, comprese tra le isole Zirje, Dugi Otok o Isola Lunga e Pasman. Numeri a parte, parliamo di uno dei tratti di mare che attrae maggiormente i turisti di tutto il mondo, gli appassionati di immersioni e coloro che amano la natura incontaminata e selvaggia. Guarda il video 👇

Kornati – Mavic Pro – Video: @effegi PD

Avendo solo un giorno a disposizione, ho preferito affidarmi ad una delle classiche escursioni organizzate che si trovano facilmente a Zadar, anche se non sono stata completamente soddisfatta in quanto i punti del parco toccati non sono stati esattamente come li ricordavo. Peccato! Siamo però attraccati in un’area molto bella che comprendeva una scogliera panoramica da una parte e un lago salato dall’altra, dove siamo andati a fare un tuffo.

Hotel: in città abbiamo scelto come opzione di soggiorno una stanza in centro, dove abbiamo trascorso due notti. La camera si trova negli appartamenti Mareta Exclusive ed è veramente molto bella e moderna. Siamo stati accolti da un giovane ragazzo che ci ha spiegato in pochi minuti cosa visitare in città, dove mangiare e parcheggiare l’auto per spendere il meno possibile. Ci ha persino messo in contatto con la persona che ha organizzato poi l’escursione al parco delle isole Kornati. Servizio super, consigliato!

Consigli: una città molto carina che puoi aggiungere al tuo tour scendendo verso Split o risalendo verso Zadar è la cittadina di Trogir. Patrimonio Unesco dal 1997, è un vero gioiello medievale chiuso all’interno delle mura su un piccolo isolotto collegato alla terraferma. Oppure puoi decidere di allungare il tour e scendere ancora più a sud fino alla celebre città di Dubrovnik. Noi abbiamo preferito non rischiare a causa delle restrizioni imposte dalla situazione COVID-19 (per accedere alla città via terra è infatti necessario entrare in Bosnia per un certo tratto di strada, accesso che non era consentito ad agosto dal Governo Italiano), ma è una città che vale sicuramente una visita quando si è da queste parti in Croazia. Infine, per non farsi mancare nulla, fermati per un gelato in Slovenia, nella cittadina di Piran, prima di rientrare definitivamente in Italia.

Come prenotare: Booking, TripAdvisor.

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