Visitare Corfù, l’isola verde

Dove: Corfù, Grecia 🇬🇷

Come: Una settimana fai da te.

Quando: Aprile 2022.

Budget: €€

Durata: 7 giorni.

L’isola di Corfù non è per nulla una Grecia come le altre. Non propone le tipiche casette bianche o le chiese con le cupole blu. Niente di tutto questo. A renderla unica nel panorama delle isole greche è il suo profondo legame con l’Italia, dovuto in parte alla vicinanza geografica e in parte alla dominazione veneziana, che ha lasciato tracce evidenti nell’architettura.

Fa parte delle isole Ionie, un arcipelago composto da 7 isole maggiori, più altre isole e isolotti disabitati. Le isole Ionie sono situate a est della Grecia continentale; nel caso di Corfù, una parte della costa ovest si affaccia sull’Albania. L’isola verde – così viene anche definita – con le sue splendide spiagge è stata una popolare meta turistica sin dalla fine degli anni ’40 e molte delle case reali europee hanno scelto di trascorrere proprio qui le loro estati nel corso negli anni.

Girovagando per Corfù

Ma come è nata la nostra curiosità di visitare Corfù? Inizialmente (e come sempre oserei dire ☺️) i nostri piani erano diversi. Per concludere in bellezza questo mio anno di maternità avevo infatti deciso io la meta, ovvero la regione dell’Algarve, a sud del Portogallo. Successivamente abbiamo però cambiato idea e abbiamo optato per organizzare una settimana in van, nel sud della Francia, fino allo stato di Andorra (se non lo hai ancora fatto leggi del nostro primo weekend in van).

Alla fine il van lo abbiamo acquistato, ma non sarebbe certo arrivato in tempo (questa è un’altra storia, stay tuned!)… non potevamo allora perdere l’occasione di fare un volo con la piccola Alice prima di dedicarci alle avventure con il nostro nuovo mezzo su ruote. Ecco quindi come siamo finiti in Grecia.

Cosa visitare a Corfù in 6 giorni

Partiamo dal nostro alloggio: una casa con vista trovata su Airbnb… e che vista! Molti tornanti per arrivarci, ma il panorama li valeva tutti. Senza contare la modernità e la pulizia dell’appartamento. Un piccolo angolo di paradiso, che poi è il nome della casa all’interno dell’app. La trovi qui. Assolutamente consigliata!

Avendo poi a disposizione un’intera settimana, ecco quello che abbiamo visitato.

Kerkyra

I Bizantini, i Veneziani, i Francesi e gli Inglesi hanno governato su Corfù. Il risultato è una storia unica che continua a vivere attraverso tutte le chiese, i palazzi, le piazze e l’architettura degli edifici situati tra le due fortezze veneziane della Città Vecchia.

https://www.discovergreece.com/it/experiences/exploring-atmospheric-old-town-corfu

Il risultato è un patrimonio culturale e artistico che si fa sentire ancora oggi. Non solo nei caffè, nelle taverne e nei bistrot alla moda, o lungo le stradine pedonali chiamate cantounia, ma anche nell’arte e nella musica per cui Corfù – o Kerkyra come viene chiamata in greco – è famosa. L’intera Città Vecchia è patrimonio dell’umanità dell’ UNESCO e la sua autenticità e il suo romanticismo valgono decisamente la visita. Il quartiere principale si chiama Campiello: qui è possibile percorrere stradine lastricate in marmo, scendere o salire eleganti scalinate per arrivare a vedere il panorama attraverso affascinanti terrazze sul mare.

Fermati in uno dei bar/ristoranti che si trovano lungo il porticato detto Liston, vicino alla bellissima piazza Spianada: eretto in epoca napoleonica, probabilmente ti accorgerai subito della somiglianza con Rue de Rivoli a Parigi. Si narra si chiami Liston perché alle porte della città ci fosse una lista delle persone che potessero o meno passeggiare lungo il viale.

Da non perdere poi una visita all’antico Palazzo di San Michele e San Giorgio, in stile neo-classico inglese e oggi adibito a Museo dell’Arte Asiatica, e una passeggiata sui bastioni della Fortezza Vecchia, una cittadella fortificata situata su un promontorio roccioso a picco sul mare. Si tratta di una fortezza veneziana che ricopre il promontorio che inizialmente conteneva la città vecchia di Corfù, emersa in epoca bizantina. E per finire, la Fortezza Nuova, costruita dai veneziani nel XVI secolo, come simboleggia il Leone di San Marco sulla sua porta d’accesso, che è oggi sede di mostre ed eventi e da cui si può godere una splendida vista sulla città, sul porto e sulla costa.

La Fortezza Vecchia

Canal d’amour

Una delle tappe più gettonate dell’isola è senza dubbio il Canal d’Amour. Siamo a nord di Corfù, nello specifico a Sidari, una delle località turistiche più importanti e una delle spiagge più belle. La sua fama nasce dalla sua bellezza e dalle sue caratteristiche geologiche e naturali che regalano allo sguardo del visitatore un paesaggio unico. Il Canal d’amour è infatti la principale di una serie di insenature rocciose che terminano con piccole spiagge di sabbia generate dall’erosione del mare e del vento.

In quest’area le scogliere sono fatte di materiale molto friabile (tipicamente roccia arenaria) e il movimento del mare genera una forte erosione.
Secolo dopo secolo, questa azione ha creato delle insenature sinuose, rotonde, con pareti basse ma verticali e caratterizzate da una colorazione unica.

Le pareti del Canal d’amour sono striate di colorazioni che vanno dal giallo e all’arancione. Queste strisce orizzontali sono la testimonianza della sedimentazione delle rocce e ogni colore indica un’epoca diversa di deposito. È un po’ come un libro di storia a cielo aperto della geologia di questa regione e dell’isola di Corfù.

Parlando di questo luogo però non si può fare a meno di citare la leggenda che lo riguarda e che alimenta il suo fascino. Si narra, infatti, che le coppie che nuotino insieme per tutto il canale, fino alla fine dei promontori, vedranno realizzati i loro sogni d’amore… 🧡

Paleokastritsa

Paleokastritsa, o Palaiokastritsa, è uno dei luoghi più incantevoli dell’isola, dove natura incontaminata e mare cristallino si fondono dando vita a quello che gli stessi corfioti definiscono “il posto più bello del mondo”. A rendere questo luogo ancora più romantico, l’incontro mitologico tra Ulisse e Nausicaa che avvenne proprio su una delle spiagge di Paleokastritsa, come è raccontato da Omero nella sua Odissea.

Situata sulla costa occidentale e affacciata sul Mar Ionio, Paleokastritsa è una baia frastagliata e rocciosa, un contesto scenografico unico al mondo che la rende la località più celebre di Corfù e la più amata dai turisti, perché offre ben cinque baie e sei insenature di sabbia o roccia. Si tratta di un luogo adatto a tutti, sia a famiglie con bambini in cerca di spiagge sabbiose, comode e attrezzate, sia ai giovani più avventurosi, che si dirigono verso le coste rocciose, dove si possono praticare anche snorkeling e immersioni. L’aspetto più interessante è che, nel corso della giornata di mare, ci si può spostare facilmente da una spiaggia all’altra, viaggiando a bordo delle taxi-boat che partono dal porto e conducono alla scoperta delle mete più nascoste.

Paleokastritsa è anche un pittoresco villaggio dove si può passeggiare e trovare ristoro in alcune taverne tipiche dove assaggiare le pietanze locali. Si può anche visitare gratuitamente un monastero situato su un promontorio a picco sul mare.

Monastero di Vlachérna

Il Monastero di Vlachérna è un simbolo dell’isola di Corfù e una delle attrazioni più fotografate, specialmente al tramonto, quando si possono catturare dei colori e delle sfumature davvero spettacolari. Questa chiesetta bianca, caratterizzata dal tipico campanile dei luoghi di culto ortodossi, è situata nella penisola di Kanoni, a circa 4 km dalla città vecchia di Corfù.

Vlachérna

Si trova su un isolotto collegato alla terraferma da un ponte pedonale, poco distante dalla pista dell’aeroporto (è infatti il primo luogo che si scorge dall’aereo durante l’atterraggio). Costruito nel XVIII secolo, si può raggiungere facilmente anche a piedi in un’ora di passeggiata dalla città.

Timoni Beach

La spiaggia di Porto Timoni si trova nella costa nord ovest dell’Isola di Corfù dalla parte esattamente opposta di Corfu Town. La spiaggia può essere raggiunta in due modi:
1) dopo aver lasciato l’auto alla taverna Anemos (ad Afionas), si prosegue a piedi attraverso un sentiero, per circa 30 minuti. Il sentiero è a tratti scosceso, in prevalenza sabbioso e misto sassi, ed è abbastanza impegnativo… ma la fatica sarà ripagata: uno splendido panorama si staglierà difronte agli occhi, prima della discesa alla spiaggia;
2) con un taxi boat con accesso immediato alla spiaggia: è sufficiente arrivare fino ad Agios Georgios e dirigersi verso il Boat For Hire che si trova quasi sotto gli scogli della spiaggia. Durata della tratta circa 3 minuti, quindi fattibilissima anche da chi non ama molto darsi alla navigazione.

Noi invece abbiamo deciso di arrivarci così 😜👇🏻

Da notare che la spiaggia non è attrezzata nè con lettini, nè ombrelloni, nè punti di ristoro, dunque non dimenticare tutto il necessario per trascorrere qualche ora sotto il sole . E se sei una persona particolarmente romantica, ti consiglio di andarci al tramonto, quando tutto il panorama si colora di colori fantastici!

Lago Korission

Sito ideale per il birdwatching, questo vasto specchio d’acqua salata ospita oltre 120 specie di uccelli, tra cui splendidi aironi bianchi e anatre selvatiche. Completano il team cormorani, fenicotteri e anche migliaia di farfalle. Il Lago Korission ha una forma allungata e si estende per oltre 600 ettari. Viene separato dal mare da una sottile striscia di terra orlata dalla lunga distesa di sabbia dorata della spiaggia di Halikoúnas, spesso ventosa.

Circondata da cedri e ginepri, Halikoúnas è una spiaggia davvero selvaggia che offre un angolo di relax in mezzo al verde. Inoltre è perfetta per i piccoli, grazie ai fondali bassi che permettono di nuotare in sicurezza.

Video by @ simianproduction
Una spiaggia davvero wild

Poco distante abbiamo trovato una taverna a conduzione famigliare, molto caratteristica e con una splendida vista a picco sul mare. Consigliata una pausa qui prima di riprendere il cammino!

Angelokastro

L’isola di Corfù è ricca di luoghi affascinanti che la rendono la meta ideale per chi ama scoprire la storia dell’antica Grecia e dei suoi panorami mozzafiato. Un esempio è la fortezza di Angelokastro, detta anche Castello dell’Angelo, incastonata tra fiordi verdeggianti e ripide scogliere avvolte dal mare blu cobalto.

Si tratta di uno dei castelli bizantini più importanti della Grecia, situato a nord-ovest di Corfù, sulla cima di una scogliera a picco sul mare, a 305 metri di quota e a breve distanza dalla baia di Paleokastritsas.

L’ingresso principale dell’edificio è sul lato settentrionale, protetto da una torre circolare tuttora visibile, mentre è inaccessibile dagli altri tre lati dove le pareti rocciose si gettano a strapiombo nel mare, creando uno scenario spettacolare. La merlatura delle mura invece sopravvive solo sul lato settentrionale.

L’acropoli occupa l’area più alta e sul lato meridionale presenta una chiesa dedicata all’Arcangelo Michele risalente al 1784, posta sul sito di una preesistente basilica paleocristiana a tre navate.

Capo Dastris

Cape Drastis si trova nella parte settentrionale di Corfù, nel villaggio di Perulades. Ci sono cartelli che indicano la strada non appena si raggiunge la piazza principale del villaggio: una volta arrivati alla fine della strada c’è un piccolo spazio per lasciare l’auto. Pochi passi a piedi e si scende verso un punto panoramico dove la vista è davvero mozzafiato!

Ciò che la rende speciale è la forma delle scogliere, ovvero strane formazioni argillose di colore bianco sporco, con minuscole grotte marine e alcune strisce sabbiose tra di loro; l’insieme degli elementi ricorda quasi una testa di tartaruga, con a fianco alcune tartarughe più piccole che nuotano vicino. 🐢

Capo Dastris può essere visitato anche in barca quando il mare è calmo. Presenta alcune spiagge sabbiose, ma il vento spesso forte non lo rende un luogo adatto ai bambini.

Lefkimmi

E’ uno dei paesi più grandi dell’isola di Corfù con i suoi 5000 abitanti. Ciò nonostante, Lefkimmi è un paese che non si è sviluppato molto turisticamente, ma mantiene la sua struttura ed è abitato dai Corfioti durante tutto l’anno.

Gli edifici sono vecchi e non tenuti molto bene quindi l’impatto può risultare sgradevole, ma sicuramente non commerciale come le tante località dell’isola che ospitano i turisti. È un luogo rimasto legato agli usi e costumi locali e per questo motivo si vedono spesso donne in groppa agli asini o sull’uscio di casa che parlano con le vicine, anziani al bar del paese che bevono un caffè chiacchierando con gli altri abitanti e uomini nei campi.

C’è inoltre un piccolo canale che passa nel centro del paese dove trovano ormeggio le vecchie barche dei pescatori, mentre camminando per circa 2 chilometri si arriva ad una spiaggia.

Lefkimmi e il suo canale

Consigli: sicuramente visitare l’isola durante la Pasqua ortodossa ha un fascino tutto particolare! Se come noi capiterai da queste parti in occasione di queste festività il mio consiglio è quello di recarti nella città vecchia e di goderti lo spettacolo in una delle piazze. Occhi un su verso i balconi e ricordati di portare con te qualche piccola (o grossa!) anfora rossa… Non ti svelo altro.

Il mio consiglio è anche quello di noleggiare un’auto e di girare in autonomia tutta l’isola. Questo ti permetterà di raggiungere anche i luoghi più remoti o “scomodi” (ma bellissimi) non raggiungibili con i gli autobus locali.

Come prenotare: Airbnb.

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Losinj, l’isola della vitalità

Dove: Isola di Losinj, Croazia 🇭🇷

Come: Capodanno noi 3.

Quando: Dicembre 2021 – Gennaio 2022.

Budget: €€

Durata: 7 giorni.

Forse avrai già letto il mio articolo sul viaggio a Lanzarote e saprai che quella che avrebbe dovuto essere la nostra meta per le vacanze di Natale o Capodanno in realtà è stata anticipata a inizio dicembre. Ci siamo così ritrovati a casa per tutte le feste e non potevamo certo perdere l’occasione di visitare qualcosa di nuovo, ma… dove potevamo andare? Non avevo molta voglia di prendere nuovamente un volo aereo sia per i costi, che per non sballottare troppo la piccola Alice. Dove andare allora in auto? Facile, nella vicina e a noi cara Croazia! 😃

E così, per la seconda volta quest’anno (la prima volta siamo stati a Krk) e per la terza volta come meta dei nostri viaggi (abbiamo fatto un on the road in Croazia ad agosto 2020, leggi qui) siamo tornati in terra croata. Anche questa volta abbiamo scelto un’isola come destinazione, Lošinj. Perché proprio questa, nel Golfo del Quarnaro? Non c’è una motivazione precisa se non che è facilmente raggiungibile in auto e non troppo distante da casa in termine di km. Inoltre Lošinj è collegata ad una seconda isola, Cres. Due destinazioni in un colpo solo! 🤩

Lošinj e la più grande Cres sono infatti due isole croate separate da un canale di appena 11 metri, tanto che spesso vengono considerate una il prolungamento dell’altra. Per arrivare nella nostra destinazione dovrai infatti attraversare tutta Cres e non è così corta come sembra, circa 1 ora e 20 minuti di strada. Per giungere invece a Cres è necessario scendere in Istria e traghettare per 20 minuti da Brestova a Porozina, oppure arrivare fino a Krk e poi da lì prendere il traghetto.

L’arcipelago di Cherso e Lussino era chiamato anticamente con il nome comune Apsyrtides, legato alla leggenda del mitico eroe Apsyrt. Le isole di Cherso e Lussino formavano un insieme nel loro antico passato, ma a causa delle esigenze del commercio e della Via dell’Ambra, furono separate da un canale scavato artificialmente vicino a Osor. Gli insediamenti più antichi delle isole (Lubenice, Osor, Beli) ricordano una storia di oltre 4000 anni, e la città romana di Osor fu sede della diocesi nel IX. secolo.

https://www.losinj-providenca.com/ships-and-captains-story/

Lunga 31 km, l’isola di Lošinj, o Lussino in lingua italiana, comprende due cittadine principali e molte fitte pinete, circondate da una costa frastagliata. Devi sapere che la sua tradizione turistica risale ai tempi dell’impero austro-ungarico, quando i nobili mitteleuropei elessero una baia dell’isola, la baia di Čikat, come luogo di villeggiatura, per le sue bellezze naturalistiche e per l’aria salubre, costruendovi alcuni dei sontuosi alberghi ancora oggi attivi. Da allora, Lošinj ha continuato ad attirare i turisti e si è specializzata in un’offerta che comprende numerose attività rendendola un’ottima scelta tra le isole della Croazia. Non a caso viene anche definita l’isola della vitalità, caratterizzata da un bell’ambiente mediterraneo, più di 2.500 ore di sole all’anno e ben 1.200 diverse specie botaniche.

Io e Alice a Lussinpiccolo

L’isola è infatti famosa per la sua meravigliosa natura lussureggiante ricca di piante esotiche come limoni, banani, eucalipti ed erbe medicinali, che hanno dato vita ad attività ed eventi legati all’aromaterapia 🌿 (e devo ammettere che questa varietà di piante e di profumi è ben evidente, fin dal primo giorno te ne accorgerai anche solo passeggiando). Ma anche per la costruzione delle navi: quasi disabitata fino alla metà del 13° secolo, Lussino si sviluppò in una delle principali potenze navali regionali nel 19° secolo, e la città di Mali Lošinj, dietro Trieste, nel secondo porto più importante dell’Adriatico. Gli abitanti di Lussino erano infatti apprezzati per la loro abilità nella costruzione di navi a vela, ma anche come i migliori marinai del Mediterraneo.

Dunque, una volta arrivati qui, che fare sull’isola di Lošinj?

Lussinpiccolo e Lussingrande

I due principali centri sull’isola sono le cittadine di Lussingrande e Lussinpiccolo, ma non farti trarre in inganno dai loro nomi: devi infatti sapere che il capoluogo, Lussinpiccolo, è in realtà la cittadina più grande mentre Lussingrande quella più piccola! Sicuramente due destinazioni da vedere che si trovano a poca distanza l’uno dall’altra, collegate anche da un sentiero che costeggia il mare. Noi abbiamo deciso di soggiornare nei pressi di Lussinpiccolo, in un piccolo ma grazioso appartamento con terrazza e vista mare. Molto apprezzato anche il parcheggio fronte casa e il fatto che si poteva arrivare in città a piedi, con una bella passeggiata di circa 20 minuti. Senza contare la gentilezza della proprietaria che ha reso il nostro soggiorno davvero perfetto!

Lussinpiccolo viene anche definita la città dei capitani di mare. Si trova in un’ampia valle marina e le sue case colorate sono disposte ad anfiteatro intorno al porto:

La tradizione vuole che il porto sia stato creato dai Romani nel 32 a.C. quando la flotta di Ottaviano dovette fermarsi presso l’isola e attendere la fine dell’inverno prima di riprendere la navigazione: da allora la parte meridionale del porto di Lussino è chiamata valle di Augusto.

https://www.croaziainfo.it/lussinpiccolo.html

Lussingrande è invece caratterizzata da belle case dall’aspetto antico e lussuoso, con giardini segreti dietro mura e cancellate. Con i suoi 917 abitanti è il secondo paese dell’isola, ma un tempo era il più grande degli insediamenti, quello maggiormente sviluppato (da qui il nome 🙃). In questi giardini crescono oltre 80 varietà di erbe aromatiche portate dai marinai di ritorno dai loro viaggi in tutto il mondo.

Il giovane atleta Apoxyómenos

Una menzione a parte merita il Museo dell’Apoxyómenos, a Lussinpiccolo, dedicato ad una sola opera esposta, la statua di bronzo del giovane atleta Apoxyómenos. La statua è stata ritrovata nei fondali dell’isola, alla profondità di 45 metri, da parte di un turista Belga nel 1997. Nel 1999 l’Apoxyómenos è stato estratto dal mare sul cui fondo ha trascorso quasi due millenni. Durante quasi due decenni dalla sua estrazione fino al ritorno nel museo, la statua antica è diventata il simbolo e il marchio dell’isola di Lussino.

E il resto dell’isola?

Al di fuori delle due cittadine principali, il resto dell’isola è tutto da scoprire! Se vieni a Lošinj in prossimità del Capodanno non puoi perderti ad esempio il tradizionale bagno in mare di fine anno. L’evento viene organizzato sulla bellissima spiaggia di Veli Zal alle ore 12:00 del 30 dicembre. Potevamo restare indifferenti? 😝

Consiglio inoltre di pranzare presso il ristorante della spiaggia, che offre dei piatti niente male e un pesce alla griglia da favola! Sempre qui è possibile partire per una piacevole passeggiata a piedi lungo la costa, fino alla baia di Čikat, una passeggiata cementata e facilmente percorribile, molto piacevole e ombreggiata dai pini marittimi. Ottima location per vedere il tramonto. La baia ospita la maggior parte degli alberghi di Lussinpiccolo, come il famoso Alhambra, boutique hotel a 5 stelle.

I più sportivi non possono poi perdere la passeggiata della vitalità, un sentiero cementato e lungo il mare che collega Lussinpiccolo a Lussingrande. La passeggiata è adatta a tutti e molto piacevole. Noi ne abbiamo fatto solo un tratto con il passeggino e non abbiamo riscontrato problemi. Un’occasione unica per scoprire angolini e calette tranquille, o piccoli porticcioli come San Martino (Sveti Martin), ovvero la parte piú antica di Lussinpiccolo dove i primi abitanti si stabilirono nel 12° secolo.

La caletta di Valdarke

Merita una visita anche il Miomirisni vrt, un giardino botanico con 250 varietà di piante autoctone e più di 100 specie esotiche, gestito da una gentile signora dell’isola che produce grappe e liquori in vendita presso la sua boutique. Qui ogni sera, tra le 18.00 e le 23.00, i visitatori possono degustare una selezione dei migliori prodotti agroalimentari locali (solo in estate). Il giardino è a ingresso libero e si trova appena fuori la città di Lussinpiccolo.

Per i veri #sunsetlovers consiglio poi di prendere la trasversale lussignana e di percorrerla in auto fino al punto più a sud dell’isola per ammirare il panorama sulle isolette circostanti. Oppure è possibile fermarsi dopo circa 1 km di salita, sulla collina di Umpiljak, dove godere del bellissimo panorama sulla cittá di Lussinpiccolo, l’intera Val d’Augusta e le piccole isole direttamente dal viewpoint Providenca. Purtroppo il locale è aperto da maggio ad ottobre, noi non abbiamo avuto il piacere di sederci ai suoi tavoli per sorseggiare un aperitivo, ma dai un’occhiata alle foto, vale la pena farci un salto se passi da queste parti durante la bella stagione.

Foto by @losinjprovidenca

E l’isola di Cres?

Cres è una delle isole più settentrionali del Golfo del Quarnero ed è separata dall’isola di Lussino da un canale con ponte mobile presso il paese di Osor. È la seconda isola per grandezza dopo l’isola di Krk e ha una forma allungata: è lunga ben 65km, con una larghezza massima di 13, ma in alcuni punti arriva anche a 2!

L’isola ha diversi paesi – per lo più piccolissimi costituiti da una manciata di case, orti e giardini – collegati tra loro da una strada che corre al centro dell’isola e la attraversa da un capo (Porozina – dove attracca il traghetto per la terraferma) all’altro (Osor – dove si trova il ponte che la collega a Lussino). Viaggiando in inverno l’abbiamo trovata particolarmente deserta ma in primavera/estate la sua natura lussureggiante attira un certo numero di turisti. Per non parlare poi delle spiagge e calette che vista la stagione noi non abbiamo potuto visitare. 🌊

… ma non ci siamo persi i tramonti!

Il fascino di Cres (Cherso) risiede nella sua natura indomita e selvaggia che seduce una volta per tutte chi ha la fortuna di mettervi piede. Scarsamente popolata, quest’isola vanta fitte foreste primordiali e un litorale scosceso che alterna alte scogliere a piccole insenature nascoste, sovrastate da antichi borghi sperduti. Il paesaggio di Cres è dominato dal cielo aperto, che si fonde con il mare o la campagna brulla. Si direbbe che ogni strada o sentiero abbia in serbo uno scorcio panoramico di straordinaria bellezza. È davvero un’isola speciale.

https://www.lonelyplanetitalia.it/destinazioni/croazia/isola-di-cres

Sicuramente merita una visita Punta Križa nella parte meridionale dell’isola, che con i suoi boschi e paesaggi mediterranei mozzafiato sembra a tutti gli effetti un parco naturale. Qui è possibile imbattersi in pecore al pascolo o in qualche daino intento a riposarsi sui prati (noi li abbiamo visti!) mentre si segue la strada sino alla baia turchese che bagna le sue coste. Insomma, quello di Punta Križa è un ambiente naturale di assoluta quiete dove fare passeggiate o rilassarsi in riva al mare.

Un’altra attrazione naturalistica degna di nota che noterai guardando la cartina dell’isola è sicuramente il lago di Vrana, un fenomeno carsico naturale di primissima grandezza. Deve probabilmente il proprio nome al paese di Vrana, ma la gente del luogo lo chiama semplicemente “Il lago”. È considerato il più profondo dei laghi dell’Europa orientale. Si tratta di una tipica criptodepressione carsica, il che significa che il livello dell’acqua del lago è superiore al livello del mare circostante, mentre il suo fondo si trova sotto al fondo del mare. La sua acqua approvvigiona la popolazione delle isole di Cherso e Lussino e poiché l’area è sotto rigida tutela, il divieto di accesso è assoluto. E dunque, chi vuole godere della sua vista, può farlo soltanto da lontano, ossia dal paesino di Vrana.

Infine, la città di Cres (Cherso in italiano), capoluogo dell’isola e centro amministrativo. Da scoprire camminando a piedi tra le sue strette viuzze e le mura medievali. Abbiamo poi tentato di visitare altre due località dell’isola, Lubenice, un paese quasi abbandonato (credo ci vivano solo 7 persone!) ma a quanto ho letto bellissimo e carico di atmosfera, e Valun, un piccolo borgo che pochissimi turisti conoscono e che è considerato il paradiso delle vacanze estive… ma niente da fare, abbiamo trovato la nebbia! 😞 Ci tocca tornare in estate.

Sulla strada verso Valun

Consigli: per gli amanti del trekking non può mancare la scalata al Monte Ossero, la prima montagna delle isole dell’Adriatico che attira da sempre l’attenzione dei turisti. Si estende lungo la parte settentrionale dell’isola, dal villaggio di Ćunski fino a Osor. Il percorso è abbastanza impegnativo e la salita impiega circa due ore… ma la fatica viene ripagata in cima dalla splendida vista panoramica su tutto l’arcipelago di Lussino.

Come prenotare: Airbnb, Jadrilinija se vuoi prenotare il traghetto (in inverno non è necessario).

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7 giorni a Lanzarote, l’isola dei vulcani

Dove: Lanzarote, Isole Canarie 🇮🇨

Come: 7 giorni on the road.

Quando: Dicembre 2021.

Budget: €€

Durata: 7 giorni.

I primi di dicembre siamo letteralmente fuggiti a Lanzarote… Le Isole Canarie avrebbero dovuto infatti essere la meta per le nostre vacanze natalizie (se ci segui saprai che amiamo passare il Natale in viaggio)… ma abbiamo cominciato a sentire “puzza” di nuove chiusure e restrizioni, e così abbiamo deciso di anticipare questa avventura a tre. Primo volo aereo per la piccola Alice! ✈️

In realtà siamo stati fortunati perché @divenirio poteva usufruire di una settimana di ferie (io sono ancora in maternità) e i voli verso l’isola erano buoni, a degli orari gestibili per viaggiare con una neonata. E allora cosa c’è di meglio che partire verso il sole ☀️ mentre a casa arriva la neve? Destinazione Lanzarote, l’isola più orientale di tutte le Canarie.

Punta Papagayo

Prima di tutto qualche informazione: Lanzarote è una delle isole situata al largo della costa africana occidentale (si trova infatti a solo un centinaio di chilometri dalle coste del Marocco) e rientra sotto il dominio della Spagna; è famosa per il clima sempre caldo, le spiagge e i paesaggi vulcanici. È l’isola più selvaggia delle Canarie, dove le spiagge dei surfisti incontrano i vulcani e i parchi naturali, la natura desertica e i cactus 🌵.

Nota anche come Isla del Fuego (isola del fuoco) Lanzarote ha una superficie di 795 chilometri quadrati ricoperti quasi per intero di lava solidificata, che a seconda della luce del sole prende vari colori: dal nero al rosa, dal viola all’ocra.

https://www.isoladilanzarote.com/

Devi sapere che in realtà a Lanzarote ci eravamo già stati, ben 10 anni fa… ma si era trattata di una gita di un solo giorno, con partenza da Fuerteventura dove stavamo trascorrendo le nostre vacanze. Mi stuzzicava quindi l’idea di tornarci dopo tanti anni, ma soprattutto di esplorarla come si deve, avendo ben 7 giorni a nostra disposizione. E in più questa volta con noi c’era un terzo passeggero… 🥰

Prenotati i voli, l’auto (fondamentale) e la nostra base per il pernotto, abbiamo fatto le valigie. Come punto di partenza per la nostra esplorazione abbiamo scelto la città di Arrecife, capoluogo dell’isola e direi punto centrale per poter visitare facilmente tutte le principali attrazioni. Si tratta di una piccola cittadina, con un bel lungomare e una bella spiaggia con palme e sabbia dorata. Assolutamente consigliato il nostro appartamento, Habitat Avenida, situato sul lungomare della cittadina, moderno e molto bello. Ti dico solo che dalla finestra della nostra camera vedevo ogni giorno sia l’alba che il tramonto… Molto apprezzato anche il servizio di pulizia ogni tre giorni. L’unica nota negativa, il parcheggio difficile da trovare (puoi eventualmente usufruire del parcheggio sotterraneo a pagamento difronte la struttura)… e infatti una mattina abbiamo preso una bella multa salata per divieto di sosta!

In realtà avevo adocchiato anche questa sistemazione, una villa tutta per noi con piscina riscaldata… 😍 L’ho però poi scartata perché si trova a sud dell’isola e un po’ isolata. Viaggiando con una neonata ho preferito avere tutto a portata di mano e restare vicino all’aeroporto. Un’altra sistemazione che mi sento di suggerire è quella che fa parte di Lanzarote Retreats: qui puoi scegliere tra ville di lusso, yurte ed eco-friendly accommodation. Wow!

Trovata la “casa” perfetta, è iniziata l’esplorazione dell’isola di fuoco! 🔥

Giorno 1: Giardino dei cactus e Mirador del Rio

Premessa: in questo racconto sentirai molto nominare un certo Cesar Manrique, un noto artista di Lanzarote. Ma chi era realmente questo personaggio così importante per l’isola?

Cesar Manrique (1919-1992) nasce a Lanzarote. Pittore, scultore, architetto e artista multidisciplinare, studia a Madrid e, dopo svariati anni trascorsi a esporre in tutto il mondo, vive negli anni ‘60 a New York, la mecca dell’arte all’epoca. Pochi anni dopo, ritorna a Lanzarote per stabilirsi definitivamente nella sua isola natale. È allora che avvia il suo progetto più personale e ambizioso: usare l’isola come tela su cui plasmare le proprie idee artistiche e di difesa dei valori ambientali. L’amore che provava per la sua terra e la sua travolgente personalità hanno fatto il resto. Nel 1978 è stato insignito del Premio Mondiale per l’Ecologia e Turismo.

https://www.ciaoisolecanarie.com/larte-di-cesar-manrique/

Il Giardino dei Cactus è la prima attrazione che abbiamo visitato, progettata proprio da Manrique. Qui l’artista vide un potenziale all’interno di quella che era una semplice cava di pietrisco e realizzò questo spazio che attualmente raccoglie circa 4.500 esemplari di 450 specie differenti di cactus, raggruppati in 13 famiglie e giunti dai cinque continenti. Il verde delle piante contrasta con l’azzurro del cielo e il nero del vulcano, creando un ambiente molto suggestivo. Da non perdere!

Salendo verso nord ci siamo poi diretti al Mirador del Rio, il punto panoramico più scenografico di Lanzarote, opera sempre di Cesar Manrique: completamente mimetizzato con i suoi dintorni, è appena visibile dall’esterno e si integra perfettamente con l’ambiente di pietra circostante.

El Mirador domina El Río, la stretta striscia di mare che separa Lanzarote da La Graciosa, l’ottava isola delle Canarie, accompagnata dal gruppo di isolette che danno il nome al Parco Naturale dell’Arcipelago Chinijo. Da non perdere anche l’interno del Mirador che ospita una bar/ristorante, dove poter gustare un pranzo o sorseggiare un the con una vista davvero mozzafiato, e la strada panoramica lungo la costa che da qui ci ha riportato verso casa. Spettacolare!

La vista dal Mirador

Giorno 2: Punta Papagayo e il Lago Verde

Il secondo giorno ci siamo invece diretti a sud, verso la punta Papagayo. Devi sapere che l’isola vanta più di cento spiagge, ma le migliori secondo i più si trovano proprio qui, un’incredibile collezione di spiagge incontaminate situate nel Parco Naturale Los Ajaches. Grazie alla loro intimità e alla bellezza naturalistica sono tappa obbligata per chiunque visiti quest’isola.

Per accedere al parco si deve pagare un biglietto dal costo di 3€ e attraversare per ben 20 minuti una strada non asfaltata, ma ne vale decisamente la pena. Essendo dicembre e con un vento costante non abbiamo fatto un bagno, ma abbiamo notato molta gente sdraiata a prendere il sole e qualche coraggioso in acqua (ricordati che questo è oceano non mare). Noi ci siamo limitati ad una passeggiata rilassante e ad un pranzetto in uno dei due ristoranti con vista presenti in loco… e con una neonata al seguito è stato un lusso non da poco! 😅

Spostandoci poi sulla costa sud-occidentale, siamo giunti al Lago Verde, conosciuto anche come Charco de los Clicos, una delle attrazioni naturali più suggestive di Lanzarote.

Charco de los Clicos è un lago verde formatosi nel cratere di un antico vulcano, che deve il suo colore ad un tipo di alga che cresce al suo interno. Dopo le eruzioni del 1730, il cratere del vulcano si allagò, formando così la laguna verde. Ancora oggi il lago è collegato attraverso il sottosuolo con l’oceano, che mantiene vive le sue acque.

https://www.visitarelanzarote.it/attrazioni-turistiche/centri-naturali/lago-verde-el-golfo-charco-de-los-clicos/

Il colore verde è in contrasto con il blu dell’oceano e con il nero della sabbia e l’intero paesaggio, con rocce vulcaniche sullo sfondo, offre una vista unica. L’area è stata dichiarata riserva naturale ed è vietato nuotare nel lago, ragion per cui è stato circondato da una recinzione di legno. Consiglio di visitare questa zona in una giornata di sole per apprezzarne al meglio i colori. Noi ci siamo tornati una seconda volta proprio per questo motivo.

L’area viene anche definita con il nome di El Golfo, nome che in realtà appartiene al piccolo villaggio situato nelle immediate vicinanze della laguna verde. Da sempre un villaggio di pescatori, è il luogo ideale da raggiungere per pranzare o cenare… ma occhio ai prezzi! 👀 Sulla via del ritorno consiglio di fare una sosta ad un altro sito naturale qui vicino, Los Hervideros, ovvero rocciose scogliere a picco sull’Atlantico che, percosse dalle impetuose onde, generano una sorta di nebbia e di vapore che fa quasi ribollire l’acqua (“hervir” in spagnolo significa infatti bollire).

Si tratta di uno scenario naturale poco conosciuto ma dal fascino indiscusso. Los Hervideros è caratterizzato anche da una serie di cavità e di grotte visitabili a piedi, dalle quali si può godere del meraviglioso spettacolo della forza delle onde. Entrambe queste attrazioni sono gratuite.

Giorno 3: La Geira e il Parco Naturale di Timanfaya

Il terzo giorno avevamo voglia di formaggi locali e vino, ci siamo allora diretti verso la valle de La Geira. La valle, dichiarata nel 1987 Parco Naturale, ma riclassificato nel 1994 come un Paesaggio Protetto, è la principale regione viticola di Lanzarote, che si estende fino alle pendici vulcaniche, diventata un’attrazione piuttosto popolare visto che sembra un’opera d’arte paesaggistica gigantesca e spettacolare. 😎

I vigneti della valle di La Geria sembrano essere stati trapiantati qui da un altro pianeta. Gli abitanti di Lanzarote trovarono un modo indigeno per coltivare la vite su questo terreno arido e ostile, scavando più di diecimila cavità imbutiformi negli spessi strati di picón (ceneri vulcaniche grossolane) e piantando al loro interno piante, una sola per cavità. La procedura vuole che una volta piantata la vite, la buca venga ricoperta nuovamente di terra e spessi strati di picón, poiché i granuli vulcanici porosi mantengono l’umidità notturna per nutrire le piante. Inoltre, per proteggerle dai venti costanti e dall’essiccazione, hanno costruito attorno ad esse bassi muri semicircolari.

https://www.visitarelanzarote.it/attrazioni-turistiche/centri-naturali/la-geria/

In questa zona puoi trovare alcune cantine dove degustare il vino e assaggiare i prodotti locali. Noi abbiamo scelto Bodega La Geira perché ci eravamo stati anche nel nostro precedente giro a Lanzarote, 10 anni fa. Con una piccola spesa è possibile degustare i vini all’interno della cantina e acquistare prodotti locali da portare a casa (già confezionati e imballati per il trasporto aereo). Da non perdere la marmellata di fichi d’india prodotta da una nonnina del posto. Squisita! Ti lascio qui la sua pagina Facebook.

La Bodega è provvista anche di una piccola osteria dove poter gustare delle ottime tapas. Terminato il nostro pranzo ci siamo poi diretti verso quella che considero la chicca di quest’isola, ovvero il Parco Nazionale di Timanfaya: esteso su una superficie di circa 51 km², il parco giace su un substrato geologico esclusivamente vulcanico. Le più grandi eruzioni che diedero vita a questo ambiente avvennero fra il 1730 ed il 1736, ma ancora oggi l’attività del vulcano continua, come proverebbero le temperature rilevate ad una profondità di 13 metri sotto la superficie e che oscillano fra i 100 ed i 600 °C. Nel 1993, l’UNESCO ha riconosciuto a quest’area la qualificazione di riserva biosferica.

La montagna di fuoco

Il simbolo del parco è una statua denominata “El Diablo“, ovviamente opera di César Manrique. All’interno non è possibile girovagare da soli, ma una volta dentro e parcheggiata l’auto si deve salire su un bus turistico che effettua un percorso ad anello, della durata complessiva di 45 minuti. Un voce registrata spiega in spagnolo, inglese e tedesco la storia dei vulcani e racconta quello che vedi fuori dal finestrino. Non è permesso scendere. Una volta tornati al punto di partenza è possibile invece assistere ad un paio di dimostrazioni: le guide del parco ti mostreranno come l’attività del vulcano non sia affatto finita…

E se alla fine del tour avrai un certo appetito potrai pranzare con un pollo cotto direttamente sulla brace del vulcano… è possibile farlo, all’interno del ristorante presente nell’area visitatori.

Per concludere la giornata in bellezza, essendo nelle vicinanze, ci siamo poi diretti verso la spiaggia di Famara, famosa per il surf, le dune di sabbia e il vento perenne. @divenirio voleva tentare una lezione di surf 🏄🏻‍♀️, ma alla fine abbiamo desistito (troppo vento per la piccola Alice). Sarà per un prossimo viaggio!

Giorno 4: Jameos del Agua

Il giorno 4 ci siamo dedicati ad un’altra opera di Cesar Manrique, il famoso Jameos del Agua. La parola jameo si riferisce ad un foro che si produce a causa del crollo del tetto di un tunnel di lava. Jameos del Agua, proprio come la vicina Cueva de Los Verdes (ne parleremo dopo), si trova proprio all’interno di un tunnel vulcanico prodotto dall’eruzione del vulcano de la Corona. Si tratta di uno spazio naturale e artistico allo stesso tempo: da questi tunnel Manrique ha infatti realizzato una vera e propria gemma, con lo scopo di mostrare ai visitatori uno spazio per la contemplazione della natura. Il sito è molto importante anche dal punto di vista ecologico, poiché qui si trova una specie di granchio unica al mondo, il granchio cieco, di una lunghezza di un centimetro, albino e… cieco.

Si entra nel Jameos salendo una scalinata in pietra fino alla prima grotta, il Jameo Chico, trasformata da Manrique in un insolito bar/ristorante con vista su un piccolo lago. Questo lago naturale ha un’acqua estremamente trasparente – regolata dall’Oceano Atlantico – e ospita i granchi ciechi, diventati oggi il simbolo del Jameos del Agua.

[…] Attraversando il lago percorrendo uno stretto sentiero, si giunge al Jameo Grande. Anche se probabilmente l’avrete visto in una miriade di cartoline, non c’è nulla di più intrigante di uscire dal tunnel oscuro e trovarsi all’improvviso in un’enorme grotta all’aperto rivestita di piante tropicali e la piscina più fantastica che potreste mai immaginare. Questa piscina cristallina e turchese è un vero paradiso, anche se non si può usare perché il nuoto è proibito. Solo al Re di Spagna è permesso nuotare qui.

https://www.spagna.info/isole-canarie/lanzarote/cosa-vedere-lanzarote/jameos-del-agua/

Purtroppo il quarto giorno lo abbiamo speso per metà cercando di pagare la nostra multa e cercando una clinica per i tamponi di ritorno. A questo proposito, visto il periodo, se desideri visitare Lanzarote e necessiti di un tampone rapido puoi rivolgerti alla clinica internazionale che si trova a Puerto del Carmen. Non accettano prenotazioni, ma semplicemente mettendosi in fila si attende il proprio turno. L’esito ti verrà comunicato dopo pochi minuti.

Sulla via del ritorno ci siamo però fermati per una veloce sosta alla Fundacion Cesar Manrique, situata nella singolare e spettacolare dimora costruita dallo stesso Manrique dopo il suo ritorno da New York, quando decise di stabilirsi definitivamente a Lanzarote. Ovviamente è stata costruita nel bel mezzo di una colata lavica! La particolarità è che al piano inferiore, la dimora sfrutta ben cinque bolle vulcaniche naturali, in comunicazione tra loro attraverso dei tunnel scavati proprio nella lava. Consiglio la visita per comprendere al meglio la storia e la vita di questo artista.

Giorno 5: Playa Blanca e Cueva de los Verdes

Se ti dico Playa Blanca che cosa ti viene in mente? Sole, oceano e una bella spiaggia (non bianca ma dorata). Ci troviamo nel sud dell’isola, in una delle località più turistiche di Lanzarote, meta tranquilla e ideale per il relax di tutta la famiglia. La località dispone di un’ampia gamma di alberghi, circondati da numerosi bar, ristoranti, centri commerciali e uno dei migliori porti turistici di Lanzarote. A proposito: qui partono i traghetti per l’isola di Fuerteventura. Non male poter visitare due isole in una sola vacanza! Noi non abbiamo usufruito di queso servizio poiché Fuerteventura è stata la meta di due nostri viaggi passati… ma ancora oggi resta comunque la nostra isola preferita 🤩.

Volare, oh oh

A Playa Blanca ci siamo presi una mattina di puro relax: un po’ di spiaggia e un po’ di sole… qui il vento è meno fastidioso e si sta benissimo in costume a dicembre. Ma il nostro tour dell’isola non era ancora terminato e dopo un pranzo veloce in uno dei ristoranti sul lungomare ci siamo diretti più a nord, in un altro tunnel di lava, Cueva de los Verdes. In epoca preistorica, quando si sono verificate le grandi eruzioni, i gas e la lava hanno formato con le loro bombe esplosive queste grotte caratteristiche di Lanzarote e circa un miglio sono aperte ai visitatori. Le loro forme e i colori rendono questa visita indimenticabile.

Curiosità: lo sapevi che all’interno è custodito un segreto? Non posso rivelarlo, dovrai venire fin qui per scoprirlo di persona!

Giorno 6: Lagomar Museum

Perché le cose belle finiscono sempre così in fretta? Il viaggio stava per giungere al termine, ma ci restava ancora una meraviglia da visitare, il Lagomar Museum:

Una delle proprietà private più spettacolari di Lanzarote, formata maestosamente intorno alle stesse rocce da cui è stata costruita, una cava vulcanica con labirinti naturali e grotte. Un’opera d’arte davvero spettacolare creata dalla Natura dalla lava fusa che un tempo scorreva lungo queste stesse pendici dell’antico vulcano sopra LagOmar.

http://www.lag-o-mar.com/museum/

Conosci la storia curiosa di questo museo che un tempo non era altro che una villa? All’inizio degli anni ’70 l’attore Omar Sharif venne a Lanzarote per filmare “L’isola misteriosa“, visitò LagOmar, se ne innamorò e l’acquistò. San Benady, conoscendo la reputazione di Sharif come giocatore di carte, lo sfidò a giocare. Sharif accettò la sfida, non sapendo che Benady era anche un campione di bridge. Fu così che perse la casa.

Il complesso di LagOmar la sera si trasforma in un ristorante e in un locale dove trascorrere una piacevole serata.

Giorno 7: Teguise e si torna a casa!

Eccoci arrivati all’ultimo giorno di vacanza. Lasciato con tutta calma il nostro appartamento (check out entro le ore 12, che comodità!) e caricata l’auto ci siamo messi in marcia verso la città di Teguise. Devi sapere infatti che la domenica mattina si tiene qui il mercato con bancarelle e prodotti tipici dell’isola. Un’idea carina per trascorrere le ultime ore a Lanzarote.

Situata nell’area nord-est, la città è stata uno dei primi villaggi fondati nelle isole Canarie. Capitale di Lanzarote fino al 1847, conserva oggi una serie notevole di edifici di grande valore storico e artistico. Merita una passeggiata e magari un pranzo veloce prima di riprendere il cammino.

Il mercato

Mancava sempre meno al nostro volo di ritorno, ma avevamo ancora un paio d’ore da poter trascorrere tra i panorami di Lanzarote… e allora perché non fare una capatina al nord, sulle spiagge di lava del Caleton Blanco, nome perfetto per la sabbia caratteristica del luogo, bianca e pulita. Una piscina naturale di acqua cristallina occupa gran parte di questo paradiso tropicale punteggiato di lava vulcanica.

A questo punto potevamo salutare veramente l’isola e le sue meraviglie, il nostro on the road era giunto al termine. Arrivederci Lanzarote! 👋🏻

Noi!

Consigli: tirate le somme a fine avventura, ecco i miei consigli per un viaggio alla scoperta di Lanzarote.

Auto: avere un’auto a disposizione è fondamentale per muoversi sull’isola in totale libertà. Puoi noleggiarla direttamente in aeroporto. Noi abbiamo chiesto ovviamente anche un seggiolino per la piccola Alice.

Strade: le strade a Lanzarote sono fantastiche! Muoversi sull’isola da una parte all’altra è un’avventura dentro l’avventura. Oltre che molto rilassante.

Mirador: sull’isola sono presenti diversi mirador che offrono panorami spettacolari. Il bello è girovagare senza meta e fermarsi non appena se ne avvista uno…

Food: ci siamo sempre trovati molto bene lato cibo, ma ci tengo a consigliare il ristorante sotto il nostro appartamento, Nino Salvaje. Oltre alla modernità del locale, abbiamo apprezzato il cibo molto particolare. Un esempio: polipo alla brace con salsa di midollo. Non credevo ma… wow!

Clima: viaggiando a inizio dicembre abbiamo trovato un ottimo clima. Le temperature erano costanti, circa 18-19 gradi sempre. Ciò che variava è stato il vento. A volte può essere fastidioso, per questo consiglio di avere sempre a portata di mano una giacca leggera o una felpa. In ogni caso niente abbigliamento invernale. E ricorda il costume!

Aeroporto: si trova vicinissimo la città di Arrecife, che noi abbiamo scelto come base per il pernotto. Ma arrivare in qualunque altro punto dell’isola non porta via troppo tempo, quindi è possibile soggiornare ovunque.

Viaggiare con i bambini: tutto ciò che abbiamo fatto o visto a Lanzarote lo abbiamo fatto in tre senza alcun problema, ad eccezione di Cueva de los Verdes. Trattandosi di una grotta sotterranea ho preferito scendere da sola per la visita (e lasciare Alice con il papà in auto). La visita infatti avviene solo in gruppo e solo con la guida, in caso di pianti improvvisi ad esempio non è possibile allontanarsi o restare indietro rispetto al gruppo. Inoltre la grotta è buia e in alcuni tratti si deve camminare accucciati. Per tutto il resto invece non abbiamo riscontrato particolari problemi. Consiglio di portate con sé un passeggino leggero e un marsupio se viaggiate con neonati (fondamentale).

Come prenotare: Wizzair, Airbnb

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